Sharon, un mese senza risposte. Si va avanti con gli interrogatori

TERNO D’ISOLA. Domenica sono stati sentiti alcuni residenti nella zona del delitto. Si proseguirà anche nei prossimi giorni scavando nella vita relazionale della donna.

Un mese senza risposte. Dopo quattro settimane, restano ancora un mistero il colpevole e il movente dell’omicidio di Sharon Verzeni, accoltellata nella notte tra il 29 e il 30 luglio scorsi mentre camminava in via Castegnate a Terno d’Isola, il paese dove abitava in via Merelli insieme al compagno Sergio Ruocco.

La morte della barista 33enne – descritta dai più come tranquilla e taciturna – ha tutti i contorni di un delitto rompicapo per gli inquirenti, che in questo mese di indagini hanno interrogato oltre cento persone «informate sui fatti» (quindi senza essere indagate e senza avvocato) – tra familiari, parenti, colleghi, vicini di casa e abitanti di Terno – e visionato più di cento ore di filmati delle telecamere pubbliche e private presenti sulla scena del crimine e non solo.

Proseguono gli interrogatori

Proprio sull’acquisizione di possibili testimonianze e sull’analisi dei sistemi di videosorveglianza stanno continuando a lavorare i carabinieri di Bergamo, coordinati dal sostituto procuratore Emanuele Marchisio, per cercare di dare una svolta alle indagini, in attesa di novità dal Ris di Parma (Reparto investigazioni scientifiche dell’Arma dei carabinieri) sui profili repertati su corpo e vestiti di Sharon. Anche nella giornata domenica 25 agosto è quindi proseguita la caccia a possibili testimoni con l’audizione dei residenti che abitano nella zona della scena del crimine. E con gli interrogatori si andrà avanti anche nei prossimi giorni, scavando nella rete relazionale della 33ene e anche nel suo rapporto con Scientology, a cui recentemente Sharon si era avvicinata. Tra coloro che sono stati interrogati in questi giorni anche il sosia dell’attore americano Johnny Depp, al secolo Fabio Delmiglio, che però avrebbe ritrattato la sua versione iniziale, smentendo di conoscere Sharon come invece raccontato ai cronisti sabato.

Domenica Ruocco non è stato convocato in caserma, mentre sabato si era presentato ben due volte per delle formalità legate ai due rapidi sopralluoghi nella casa di via Merelli, da dove tra giovedì e venerdì sono stati prelevati un suo computer e un altro cellulare non ancora analizzato.

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Alcune persone sono state sentite anche più volte, come i genitori di Sharon o appunto il compagno Sergio, nel tentativo di ricostruire ogni sfaccettatura della vita privata della barista, da cui non sarebbero per ora emerse ombre. Oltre al lavoro al bar «Vanilla» di Brembate, non aveva grandi frequentazioni, tanto da essere descritta dai più come tranquilla e riservata. Resta perciò ancora un mistero se qualcuno avesse un tale astio nei suoi confronti da ucciderla in maniera così violenta. I quattro colpi inferti dal killer con una lama di grosse dimensioni farebbero infatti pensare a un movente forte, ma resta viva anche la pista di un aggressione da parte di uno sconosciuto nel quale si sarebbe imbattuta per caso durante la sua passeggiata.

Il punto in cui la 33enne è stata accoltellata, all’altezza del civico 32 di via Castegnate, è privo di telecamere. Ma i sistemi di videosorveglianza pubblici e privati presenti nella zona hanno ripreso ombre di alcuni pedoni, bici, moto e macchine

Il punto in cui la 33enne è stata accoltellata, all’altezza del civico 32 di via Castegnate, è privo di telecamere. Ma i sistemi di videosorveglianza pubblici e privati presenti nella zona hanno ripreso in prossimità dell’orario dell’accoltellamento (commesso poco prima dell’una di notte) ombre di alcuni pedoni, bici, moto e macchine lungo la via. I carabinieri hanno già identificato alcune di queste figure, altre invece le stanno ancora rintracciando: secondo gli inquirenti queste persone potrebbero infatti aver preso parte all’accoltellamento o comunque esserne testimoni. In particolare, sulla scena del delitto le telecamere hanno inquadrato anche una persona in bicicletta, che sarebbe passata a pochi minuti di distanza dal fatto e potrebbe fornire elementi utili alle indagini. Nel frattempo, nel luogo dove Sharon è stata uccisa, in molti domenica sono passati per lasciare fiori o anche solo per un momento di preghiera e cordoglio, incapaci di darsi pace per un delitto attorno a cui rimangono ancora tanti punti di domanda, anche dopo un mese.

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