Sharon, l’ultima immagine prima del delitto. Al vaglio 100 ore di riprese delle telecamere

OMICIDIO DI TERNO. Una telecamera la inquadra in via Castegnate tre minuti prima della sua telefonata al 112. Per trovare l’assassino al vaglio 100 ore di riprese. Si indaga su alcuni pregiudicati italiani che vivono in zona.

L’ultima immagine di Sharon Verzeni la riprende in via Castegnate tre minuti prima della sua telefonata al 112: «Aiuto, mi hanno accoltellato, sono a Terno d’Isola». I carabinieri del Nucleo investigativo hanno ricostruito il percorso a piedi della ragazza, uscita di casa in via Merelli poco dopo mezzanotte e uccisa all’altezza del civico 32 di via Castegnate 50 minuti dopo. Le telecamere che possono averla ripresa sono tre: quella del negozio di abbigliamento all’angolo con via Partigiani, che non inquadrano la strada ma solo il marciapiede, quella della Banca Intesa e quella «dome», che gira a 360 gradi, che si trovano entrambe alla fine di via Castegnate verso piazza VII Martiri. In quelle tre telecamere si è concentrato inizialmente il lavoro degli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Emanuele Marchisio, per dare un volto e un nome all’assassino. Per poi estendersi a tutto il tragitto compiuto dalla ragazza: sono state acquisite le riprese di 50 telecamere, pubbliche e private, non solo di Terno d’Isola.

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Le telecamere che possono averla ripresa sono tre: quella del negozio di abbigliamento all’angolo con via Partigiani, che non inquadrano la strada ma solo il marciapiede, quella della Banca Intesa e quella «dome», che gira a 360 gradi, che si trovano entrambe alla fine di via Castegnate verso piazza VII Martiri.

Vengono visionate tra un’ora prima e un’ora dopo il delitto. Significa 100 ore di videoregistrazioni da guardare, e non tutte di buona qualità. È in questo ambito che i carabinieri del Ros stanno lavorando, mettendo in campo le loro più avanzate tecnologie per analizzare le immagini e il cellulare della barista.

Due le piste

Perché se le piste più battute sono essenzialmente due, una persona che la conosceva e aveva un movente forte per ucciderla e il gesto di un balordo, è solo scavando nella vita della giovane che si può riuscire a trovare un collegamento con il killer.

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Cento ore di immagini significa identificare decine di persone che passavano in auto, a piedi o in monopattino, convocarle in caserma e chiedere per quale motivo tra il 29 e il 30 luglio a quell’ora stavano passando per quella strada, e se magari hanno visto qualcosa di utile per le indagini

Cento ore di immagini significa identificare decine di persone che passavano in auto, a piedi o in monopattino, convocarle in caserma e chiedere per quale motivo tra il 29 e il 30 luglio a quell’ora stavano passando per quella strada, e se magari hanno visto qualcosa di utile per le indagini. Ci sono anche testimoni che hanno chiamato i carabinieri per fornire il proprio aiuto: è il caso di una persona che è passata da via Castegnate e ha riferito di aver visto una ragazza somigliante a Sharon litigare con un uomo la notte del 30 luglio, ma si è poi accertato che era in un orario successivo all’omicidio. Tutte le segnalazioni vengono raccolte e verificate.

Controlli su pregiudicati della zona

Altri controlli vengono effettuati sui pregiudicati che abitano in zona: ce ne sono un paio in particolare, italiani con precedenti per droga e maltrattamenti, uno che vive proprio in via Castegnate e che potrebbe aver visto Sharon passare davanti a casa. La ragazza andava a camminare per perdere peso, ed è probabile che utilizzasse il cellulare anche come contapassi e contacalorie: analizzando i dati si può capire se ha sempre camminato o se si è fermata, per quante volte e per quanto tempo. La famiglia Verzeni si è affidata all’avvocato Luigi Scudieri di Milano: «Al momento non rilasciamo dichiarazioni», si limita a rispondere il legale.

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