Sharon, convocazioni a tappeto dei residenti nella zona del delitto

TERNO D’ISOLA. Gli investigatori a caccia di testimonianze. Preso per droga il 33enne che aveva dormito nel box sequestrato in via Castegnate: per l’omicidio ha un alibi.

Se nelle telecamere si sta cercando ancora – e i carabinieri hanno ampliato l’arco temporale a una settimana prima del delitto – gli inquirenti stanno sentendo in questi giorni i residenti di via Castegnate che non sono già stati interrogati, nella speranza che qualcuno abbia visto o sentito qualcosa di utile.

Nel giallo sull’omicidio di Sharon Verzeni, in attesa delle analisi del Ris che dovrebbero arrivare nei prossimi giorni, le testimonianze potrebbero rivelarsi fondamentali per dare un nome all’assassino. Emerge per esempio che la ragazza che per prima ha visto Sharon subito dopo l’aggressione, passando in auto in via Castegnate, l’ha vista ancora in piedi,

Entrambi i testimoni hanno vsto Sharon in piedi barcollante, ma nessuno che si allontanava

barcollante, prima che attraversasse la strada e forse proprio negli istanti in cui stava chiamando il 112. Ma secondo quanto ha fatto mettere a verbale, n on ha visto auto o persone allontanarsi. L’assassino quindi sarebbe sparito in pochi istanti, perché non lo ha visto nemmeno la testimone al civico 29 che ha sentito Sharon chiedere aiuto e si è affacciata alla finestra. Anche lei ha notato solo la ragazza barcollare e attraversare la strada. Come ha fatto il killer a dileguarsi così in fretta? È possibile che abiti in uno dei tanti palazzi della stessa via Castegnate, o delle vie limitrofe, così come è possibile che si sia nascosto per poi fuggire ore dopo, o il giorno dopo, o essersi rifugiato a casa di qualche conoscente per poi allontanarsi nei giorni successivi.

Leggi anche

Arrestato un marocchino, ma non è coinvolto nel delitto

Trapela intanto che mercoledì scorso è stato arrestato a Stezzano, con 30 grammi di cocaina, mentre dormiva in un’abitazione affittata da un connazionale, il marocchino di 33 anni che dormiva nel garage al civico 29 di via Castegnate , sequestrato dai carabinieri due giorni prima. Era in possesso anche di una considerevole somma di denaro e alla luce del fatto che è senza fissa dimora, il gip Vito Di Vita ha disposto la custodia in carcere, dove si trova tuttora.

Leggi anche

«In quel garage non andava da molto tempo – spiega l’avvocato Fausto Micheli – e ha detto che ci andavano a dormire altri connazionali». Nel garage è stato sequestrato un coltello senza tracce di sangue, utilizzato per tagliare il cibo, non compatibile con l’arma con cui Sharon è stata aggredita, che è invece un coltello da punta e taglio, da cucina, o un grosso pugnale, con una lama importante. L’immigrato, nei momenti in cui Sharon è stata uccisa, poco prima delle 0.50, era a Terno d’Isola ma non ha visto né è ha avuto a che fare con il delitto: la sua versione è stata verificata dai carabinieri e al momento si esclude un suo coinvolgimento.

Leggi anche

Non sono previsti ulteriori sopralluoghi dei Ris

Non sono previsti nei prossimi giorni sopralluoghi dei Ris nel garage e nemmeno nella casa di Sharon e del suo compagno Sergio Ruocco, in via Merelli, che resta sotto sequestro. I carabinieri del Ros stanno lavorando sulle telecamere, 50 per 100 ore di riprese tra un’ora prima e un’ora dopo il delitto, ma – notizia di domenica – sono state acquisite anche quelle della settimana precedente: ci sono voluti sette giorni solo per scaricarle. Servono per verificare se Sharon avesse fatto lo stesso giro nei giorni precedenti e sempre alla stessa ora. Se fosse stata abitudinaria, il killer avrebbe potuto aspettarla nell’ora in cui sapeva che sarebbe passata da via Castegnate. Ma è anche vero che la sua presenza lì sarebbe stata notata.

Leggi anche

La fuga dell’assassino

L’assassino potrebbe essere scappato a piedi facendo un percorso in cui sapeva che non

Sharon aveva disattivato il tracciamento del cellulare

c’erano le telecamere, ma ce ne sono tante, private, che riprendono parti di strada. In un’ottica di premeditazione sarebbe stato un azzardo pensare di non essere ripreso. In questi giorni i residenti della zona sono stati convocati in varie caserme della zona per fornire la loro testimonianza: solo al 29 di via Castegnate ci sono 23 nuclei familiari, mentre al 24 ci sono altri condomìni molto grossi. E tante persone potrebbero non aver chiamato i carabinieri pensando di non aver visto nulla di significativo.

Leggi anche

La minuziosa ricerca di particolari dalle testimonianze

Come la donna intervistata dal nostro giornale che ha riferito di aver sentito un’auto frenare, poi ripartire con una sgommata: potrebbe essere stata l’auto della ragazza che ha visto Sharon per prima e si è allontanata per poi tornare indietro. Un altro dettaglio emerso domenica è che Sharon aveva disattivato il tracciamento del cellulare e non è stato possibile mappare il suo percorso. Aveva gli auricolari ed è anche plausibile – non si sa a che volume stesse ascoltando la musica – che non abbia sentito le parole che le ha rivolto l’assassino (ammesso che abbia parlato).

Quanto alla vita della barista, sembra che non ci siano ombre: andava a lavorare, tornava a casa e usciva per le sue passeggiate e qualche volta con le colleghe del bar «Vanilla». Accertamenti sono in corso anche sui giochi che Sharon aveva sul cellulare, per scoprire se chattasse con qualcuno. I carabinieri del Nucleo investigativo, coordinati dal pm Emanuele Marchisio, stanno verificando anche la presenza di persone con disturbi psichiatrici a Terno d’Isola e nei paesi vicini.

Leggi anche

© RIPRODUZIONE RISERVATA