Salvini a Pontida: «L’autonomia è realtà». Open Arms, la destra europea lo difende: «Ha salvato i confini»

DAL PRATONE. «L’autonomia è realtà e non si torna indietro». E’ iniziato da qui l’intervento di Matteo Salvini sul palco di Pontida, edizione numero 36. Il ministro ha ribadito che andrà «avanti a testa alta» al processo Open Arms a Palermo, per cui rischia sei anni di carcere. Ospite del raduno anche il premier ungherese Victor Orban.

«Processate anche me», recita un cartello. «Non è un reato difendere i confini», rilanciano le scritte sul palco. È il tema della giornata della Lega, a Pontida come da tradizione: il processo al segretario Matteo Salvini per la vicenda della nave Open Arms tiene banco. L’accusa ha chiesto sei anni di reclusione, il vicepremier si dice «non preoccupato, al massimo indignato e sorpreso».

A Pontida numerosi leader europei

Sul pratone, a manifestare supporto al leader leghista, i rappresentanti della destra sovranista di mezza Europa: il premier ungherese Viktor Orbán – acclamato dalla platea – l’olandese Geert Wilders – che definisce «eroe» il «caro amico» Matteo Salvini e in italiano gli tributa un «ti amo» –, il portoghese André Ventura, lo spagnolo Josè Antonio Fùster, i cechi Ondrej Knotek e Petr Macinka, l’austriaca Marlene Svazek. Contributi video arrivano anche dal Brasile di Jair Bolsonaro e dal presidente del Rassemblement National francese, Jordan Bardella.

Sostegno a Trump

«L’autonomia è realtà e non si torna indietro» ha detto Salvini all’inizio del suo intervento. Poi ha ssicurato: «il governo è compatto: ogni tanto si discute, come in tutte le famiglie». Non manca il sostegno a Donald Trump in vista delle elezioni americane, respingendo l’idea che a Pontida siano radunati i «bad guys», i «cattivi» dell’Europa: «La miglior risposta è questa giornata» ha dichiarato.

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