Da inizio anno solo 250 parti. Punto nascite, futuro incerto a Ponte San Pietro

POLICLINICO. In reparto il personale indispensabile a gestire i servizi essenziali. Ats: monitoriamo. Secondo le linee guida sanitarie il numero minimo per tenere aperto è 500. Brioschi: «Chiudere? Una follia».

Da un lato la difficoltà nel prenotare visite durante il percorso della gravidanza. Dall’altro Ats Bergamo a ribadire ai sindaci del territorio che nessuna decisione definitiva è ancora stata presa e il Gruppo San Donato a precisare che «tutti i servizi essenziali sono garantiti nonostante la continua e significativa riduzione dei parti», circa 250 da inizio gennaio al 17 ottobre, e «con la presenza h24 di un ginecologo e due ostetriche».

Sul futuro del Punto Nascita del Policlinico San Pietro resta un grande punto interrogativo. A sollevare la questione, questa volta, una gestante che avrebbe dovuto partorire il prossimo gennaio al Policlinico San Pietro e che nei giorni scorsi sarebbe stata invitata dal Cup a spostare le proprie prenotazioni altrove «vista la chiusura imminente del punto nascita». «Mi hanno consigliato – spiega la gestante – di recarmi in reparto per avere risposte precise e i sanitari mi hanno confermato di sapere da mesi della chiusura».

Nessuna conferma, però, dal Gruppo che, con una nota a firma della Direzione sanitaria, ribadisce che «l’Ospedale si sta impegnando per assicurare l’erogazione dei servizi essenziali riferibili al punto nascita». E anche Ats Bergamo non fa riferimento a eventuali chiusure: «La costante attività di monitoraggio dei volumi di attività, oltre all’interlocuzione con le stesse strutture – fa sapere – garantisce la tutela della salute del cittadino che si rivolge a strutture sanitarie del territorio bergamasco. Al momento non risultano modifiche organizzative o logistiche del Policlinico che possano abbassare o modificare il livello di sicurezza delle prestazioni sanitarie erogate. Seguiremo ogni variazione dell’assetto organizzativo della struttura, attivando nel caso le azioni necessarie, condividendole con gli amministratori e gli stakeholder del territorio».

«Ats – spiega Juri Imeri, presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Asst Bergamo Ovest – ci ha comunicato che sta monitorando la situazione e che ogni valutazione verrà fatta coinvolgendo anche il Collegio dei Sindaci». Non prima, quindi, di un confronto con il territorio, come auspica il presidente dell’Assemblea dei sindaci del Distretto Isola e Val San Martino, Alessandra Locatelli, chiedendo anche di «tutelare il diritto di scelta di ogni partoriente, garantendo a tutte loro l’assistenza adeguata». Che, secondo la gestante, sarebbe invece compromessa: «Ci sono donne che non hanno gli strumenti per affrontare i disagi creati da una situazione simile – ribadisce la donna al settimo mese di gravidanza –. Eppure ricordo che in passato già nel vialetto incrociavi donne in dolce attesa. Ora il reparto è vuoto».

La situazione del reparto

O quasi. Stando alle informazioni delle Rsu del Policlinico, attualmente sono presenti solo una mamma e un neonato: «Proprio giovedì abbiamo incontrato l’azienda e tra i punti in discussione c’era anche l’aggiornamento sul Punto Nascita – riferisce Katia Dezio, coordinatore Rsu del Policlinico San Pietro –. Il reparto di degenza di ostetricia, il pronto soccorso ostetrico e il nido sono aperti, ma con una dotazione di personale ridotta, per la gestione, in totale sicurezza, delle urgenze non trasferibili ad altra struttura. In questi mesi alcune ostetriche, dopo aver avuto la conferma della chiusura, graduale, ma definitiva del reparto, hanno scelto di dimettersi. Il nostro capo ostetrico Giuseppe, con grande senso di responsabilità e dovere, è in reperibilità costante. Sono iniziate anche le prime ricollocazioni di 2 delle 8 puericultrici del Nido in settori amministrativi front office. Rimane forte il malcontento per il disagio del cittadino e del territorio di Isola e del meratese».

La denuncia dei sindacati

Già lo scorso aprile i sindacati avevano denunciato la chiusura delle prime visite ostetriche. Da allora una serie di tavoli di confronto tra Gruppo San Donato, sindacati e Ats, a cui spetta la decisione finale sulla base delle linee guide del ministero della Sanità che fissano in 500 i parti necessari per mantenere aperto il Punto nascita.

Lo scorso anno al Policlinico di bambini ne erano nati 501 e nei primi 10 mesi del 2024 solo 250, mettendo seriamente a rischio quello che finora è stato l’unico e storico Punto nascita del territorio. «Chiudere il punto nascita di Ponte, dopo quelli di San Giovanni e Piario è una pazzia – aggiunge Gianbattista Briosch i, presidente dell’Assemblea dei sindaci dell’Ambito Val Imagna- Villa d’Almè –. Anche diverse gestanti della Val Brembana e della Val Imagna fanno riferimento a questa struttura».

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