Operaio di Medolago morto in cantiere: «Uomo buono, dedito al lavoro alla famiglia»

IL DRAMMA . L’infortunio fatale nella mattinata di venerdì 15 novembre in un capannone logistico Dhl di Pozzuolo Martesana: vani i soccorsi del 118 Federico Gerardo Rocabado, 54 anni, era nato in Argentina.

Stava lavorando alla copertura isolante di un capannone di un polo logistico Dhl di Pozzuolo Martesana, in provincia di Milano, Federico Gerardo Rocabado. Precipitato venerdì mattina per il cedimento del tetto in una tromba delle scale, è morto all’istante. L’operaio di 54 anni, nato in Argentina e che abitava con la famiglia a Medolago, lavorava per una ditta esterna di Curno, la «Fratelli Rodriguez». La Procura di Milano ha disposto l’autopsia sul corpo del cinquantaquattrenne, ora a disposizione dell’autorità giudiziaria milanese.

La dinamica dell’incidente

Rocabado era impegnato nelle operazioni di isolamento della copertura del capannone della nota società quando, all’improvviso la struttura su cui era appoggiato ha ceduto. L’operaio è caduto nel vuoto per una decina di metri, nella tromba delle scale, ed è morto sul colpo. Vano l’intervento dei soccorritori del 118, che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Tra i vari accertamenti che i carabinieri e il personale dell’Ats milanese dovranno svolgere c’è quello relativo ai dispositivi di sicurezza. L’uomo ne era dotato? E, se sì, perché non hanno funzionato?

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Secondo una prima ricostruzione l’uomo era impegnato in un lavoro di rimozione della copertura isolante sul tetto con relativa posa della nuova e, a causa del cedimento, è precipitato dal tetto nella tromba delle scale interne. Ha sbattuto violentemente la testa procurandosi una lesione al cranio che si è rivelata fatale. Federico Gerardo Rocabado abitava a Medolago in via Manzoni, al civico numero 9, con la moglie Muriel Calvi Julia, di origine boliviana, e la figlia di 18 anni. La famiglia era venuta ad abitare a Medolago nel 2006.

Il ricordo e il dramma della moglie

La moglie di Rocabado, informata dell’accaduto, venerdì si è subito recata a Pozzuolo Martesana: la data dei funerali non è ancora stata fissata. «Mio marito era una persona molto buona, dedita al lavoro e alla famiglia – racconta addolorata la moglie –: nel tempo libero amava giocare alla pelota, la pallamano. Mi ha avvisato un suo collega, poi fino al tardo pomeriggio non ho saputo dove avessero portato la salma. L’ho visto uscire molto presto da casa e non tornerà mai più, mi sembra incredibile».

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