Omicidio di Sharon Verzeni, il 25 febbraio la prima udienza

IL PROCESSO. Nei giorni scorsi la Procura aveva chiesto il giudizio immediato, tre le aggravanti contestate dal pm.

È stata fissata per il 25 febbraio l’udienza di smistamento per l’omicidio di Sharon Verzeni, la 33enne uccisa a Terno d’Isola la notte tra il 29 e il 30 luglio. Nei giorni scorsi la Procura aveva chiesto il giudizio immediato per Moussa Sangare, il trentenne con cittadinanza italiana (la famiglia è originaria del Mali) in carcere a San Vittore con l’accusa di avere accoltellato la giovane. Il pm Emanuele Marchisio contesta tre aggravanti: i futili motivi, la premeditazione e pure la minorata difesa. Perché Sharon era stata aggredita a tarda notte, mentre stava camminando in una zona dove non c’era nessun altro e con le cuffiette nelle orecchie per ascoltare la musica che le avevano impedito di avvertire il pericolo. Una vittima scelta «a caso», come confessato da Sangare, che aveva usato un coltello da cucina per sferrare cinque fendenti. Al trentenne viene contestato anche il porto abusivo di armi.

L’arresto e la confessione

Il giovane era stato arrestato un mese più tardi, individuato grazie all’esame delle telecamere che riprendevano un uomo in bicicletta e alle indagini serrate dei carabinieri del nucleo investigativo di Bergamo. Lui stesso aveva confessato parlando di un irrefrenabile impulso a uccidere e di altri possibili «bersagli» incrociati prima di Sharon. E poi l’agguato alla 33enne che stava ascoltando musica e guardando le stelle. Lui che, prima di colpire, le aveva detto: «Guarda, mi dispiace per quello che sta per succedere». Lei che per tre volte gli aveva chiesto: «Perché?», prima di riuscire a chiamare il 112 seppur ferita e di crollare al suolo morendo pochi istanti dopo.

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