Omicidio Sharon, il procuratore Rota: «Siamo fiduciosi, lo prenderemo» - Video

DELITTO DI TERNO. Il procuratore facente funzioni Maria Cristina Rota: le indagini procedono serratissime. Riteniamo che la popolazione non debba essere allarmata, vigilanza rafforzata. Ma ora abbiamo bisogno di lavorare in pace.

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«Abbiamo delle ragioni per essere moderatamente ottimisti di arrivare a una soluzione in tempi non lunghi». Il procuratore facente funzioni Maria Cristina Rota è rientrata giovedì 29 agosto nel suo ufficio di piazza Dante dopo le ferie e per prima cosa ha voluto vedere il sostituto procuratore Emanuele Marchisio e il comandante del Reparto operativo dei carabinieri, Riccardo Ponzone, per gli ultimi aggiornamenti sull’indagine. Perché trovare l’assassino di Sharon Verzeni è un’assoluta priorità.

Il procuratore: "Abbiamo ragione di essere moderatamente ottimisti sulla soluzione del caso". Video di Simona Befani

È passato un mese da quando, la notte tra il 29 e il 30 luglio, la barista di 33 anni è stata accoltellata in via Castegnate , nel pieno centro del paese: erano le 0,50 quando è arrivata la sua chiamata disperata al 112. E dopo un mese non è ancora stato trovato un movente per un delitto segnato anche da una serie di difficoltà tecniche, prima tra tutte la qualità non eccellente delle riprese delle telecamere. Chi poteva volere la morte di una ragazza con una vita così tranquilla e senza ombre? Nulla di significativo sulla sua vita è emerso dalle testimonianze, sia dei familiari che delle colleghe di lavoro, nulla dall’analisi del cellulare, è possibile che l’assassino non abbia lasciato alcuna traccia del suo dna. Dunque è stato uno sconosciuto che ha incontrato per caso, persona sbagliata nel momento sbagliato?

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Tra gli abitanti dell’Isola c’è il timore che possa esserci un balordo in libertà, e in effetti questa pista non è mai stata abbandonata. «Sicuramente è un fatto gravissimo che desta un

«È un fatto gravissimo, ma riteniamo che la popolazione in questo momento non debba essere allarmata»

fortissimo allarme sociale come ogni delitto – esordisce il procuratore – ma riteniamo che la popolazione in questo momento non debba essere allarmata più di tanto e non debba modificare il suo stile di vita. Riteniamo che l’incolumità nell’Isola non sia a rischio perché c’è una vigilanza rafforzata». Dalla notte del delitto, in effetti, tutta la zona vede la continua presenza delle forze di polizia, giorno e notte.

« Le indagini sono serratissime – assicura – in più direzioni, dirette costantemente dal pubblico ministero titolare che segue ogni evoluzione, ed è tuttora in corso l’attività. L’Arma dei carabinieri ha dispiegato tutte le sue forze disponibili con professionisti di alto livello, buoni investigatori, e sulla soluzione del caso in

tempi non lunghi siamo moderatamente ottimisti». Al momento, precisa, «non ci sono indagati», sottolineando che il compagno Sergio Ruocco è stato sentito diverse volte «come persona informata sui fatti e tale rimane allo stato degli atti oggi. Le varie convocazioni sono state dettate dalla necessità di partecipare ad alcune attività come gli accessi alla sua abitazione. Non ci sono elementi per dire che domani mattina la sua posizione cambierà».

Fin dal primo giorno la copertura mediatica sulla vicenda è stata massiccia, ma il procuratore segnala la necessità di frenare: «L’unica esigenza che sentiamo fortissima, la procura e i carabinieri, è la serenità e la tranquillità nell’operare. Abbiamo bisogno di lavorare in pace. In questo periodo, e mi risulta anche oggi (ieri, ndr) durante le ricerche dell’arma del delitto, ci sono schiere di curiosi, cameraman e giornalisti che non consentono agli operatori di lavorare in serenità. È un assedio non utile alla risoluzione del caso a cui miriamo tutti: familiari, procura, carabinieri, giornalisti. Abbiamo bisogno che venga calato il sipario e nel momento in cui arriveremo - voglio essere ottimista in questo - a identificare il presunto autore dell’omicidio ve ne daremo comunicazione al fine di rassicurare la popolazione che il caso è stato risolto. L’obiettivo è di assicurare alla giustizia il presunto autore del fatto e per fare questo abbiamo bisogno di lavorare in serenità».

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