Morto con il flessibile, officina dissequestrata e non si farà l’autopsia

VILLA D’ADDA. Per gli inquirenti non ci sono dubbi: Carrara si è colpito accidentalmente mentre lavorava. Visionate le riprese delle telecamere dell’area di servizio.

Non sarà necessario eseguire l’autopsia sul corpo di Luca Carrara, il quarantunenne morto domenica mattina nella sua officina di Villa d’Adda ferendosi accidentalmente con il flessibile che stava usando per tagliare alcune lastre. Lo ha deciso la Procura, che ieri ha disposto il dissequestro della salma di Carrara: i familiari potranno così fissare i funerali e la data sarà stabilita con ogni probabilità oggi.

Via i sigilli, attività aperta

Nel contempo il sostituto procuratore Letizia Aloisio ha anche autorizzato la rimozione dei sigilli dai locali dell’officina annessa all’area di servizio «Car Fuel 37», il cui titolare era lo stesso Carrara: da martedì 18 giugno l’attività potrà dunque riaprire. Non sono stati infatti ritenuti necessari ulteriori accertamenti nel locale che domenica i carabinieri di Calusco avevano posto sotto sequestro: questo perché la dinamica di quanto accaduto è già chiara, non ci sono altre persone coinvolte in quanto accaduto (la conferma si è avuta anche dalle riprese delle telecamere dell’area di servizio) e l’unica persona che eventualmente si sarebbe potuta indagare per l’infortunio sul lavoro è la vittima stessa. Dunque il caso è chiuso come un incidente, come del resto avevano ipotizzato fin da subito anche gli stessi carabinieri di Calusco e Zogno, intervenuti per i rilievi.

L’infortunio domenica mattina

L’ipotesi della presenza di una terza persona era stata infatti esclusa fin dai primi momenti, così come l’eventualità di un gesto estremo, visto che Carrara stava lavorando al taglio di alcune delle lastre e quanto trovato attorno al suo corpo senza vita domenica poco dopo mezzogiorno racconta proprio di un incidente avvenuto durante le fasi di un lavoro con il flessibile. Flessibile che, durante uno dei tagli di una lastra posta all’altezza delle spalle, di fronte a lui, gli dev’essere drammaticamente sfuggito di mano e la lama roteante lo ha raggiunto al collo, causandogli una ferita che si è rivelata mortale. In quel momento Carrara – una moglie e due figli – era da solo nell’officina: era domenica mattina ma, in quanto titolare (e amministratore unico) della società che gestisce l’area di sosta (aperta oltre vent’anni fa dal padre Giuseppe), si era recato al lavoro appunto per tagliare alcune lastre. Anche l’annesso bar-tabacchi era chiuso: aperti solo (con la formula del self service) le pompe della benzina e l’autolavaggio. Lì però nessuno poteva accorgersi del dramma che si stava consumando nell’officina, il cui portone era chiuso.

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A dare l’allarme sono stati i familiari di Carrara: non vedendolo arrivare, sono andati all’area di servizio e lo hanno trovato a terra esanime. A quel punto sono scattati i soccorsi, ma l’incidente che ne ha causato la morte doveva essersi verificato già diverse ore prima. Forse poco dopo il suo arrivo all’officina.

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