Morti sulle strade in Bergamasca: +40%. Già superato l’intero 2023

I DATI. Quest’anno sono 52 le vittime sul nostro territorio: in tutto lo scorso anno erano state 48. La metà in moto. Carminati: «Età media alta, mai dare troppa confidenza».

Quest’anno le vittime di incidenti stradali sulle strade della Bergamasca, tra bergamaschi e non, sono già state 42, cui si sommano altri dieci morti che hanno perso la vita in incidenti stradali avvenuti a Bergamo e provincia pur non essendo residenti qui. Per un totale di 52 vittime: un dato che supera quello dell’intero 2023, quando i morti furono 48.

L’analisi dei dati

Un dato statisticamente destinato purtroppo a salire per questo 2024, visto che mancano ancora tre mesi alla fine dell’anno. Non solo. Se si calcola l’aumento percentuale delle vittime alla data di ieri, tra il 2023 e il 2024 si sale da 37 a 52 vittime complessive (42 se si considerano i soli bergamaschi), con una crescita percentuale pari al 40% (il 13%, invece, per il solo dato dei bergamaschi).

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In Italia la prima causa di incidenti mortali è la velocità dei mezzi, seguita dall’utilizzo di alcol e sostanze stupefacenti alla guida e, quarto posto, dall’impiego del telefono cellulare

A raccogliere i dati è l’Associazione italiana familiari e vittime della strada onlus, che nella nostra provincia ha sede a Filago ed è presieduta dal fondatore Ivanni Carminati. «Quest’anno i dati sono purtroppo molto preoccupanti sotto tutti i punti di vista – spiega – ed è importante fare una riflessione e capire quali possano essere le cause di questi incidenti mortali per poter intervenire in qualche maniera». A livello generale, in Italia la prima causa di incidenti mortali è la velocità dei mezzi, seguita dall’utilizzo di alcol e sostanze stupefacenti alla guida e, quarto posto, dall’impiego del telefono cellulare. «Quest’ultimo provoca in particolare grande distrazione e tanti incidenti, molti per fortuna con conseguenze non fatali ma comunque con feriti – aggiunge il presidente Carminati –: purtroppo è sufficiente andare in giro per la strada e rendersi conto di quante persone utilizzino lo smartphone mentre guidano. Ormai non tanto più per parlare, tenendo quindi l’apparecchio all’orecchio, ma utilizzando le principali app per chattare. La distrazione è dietro l’angolo e distogliere lo sguardo dalla strada anche per pochi attimi può diventare molto pericolo e, in alcuni casi, addirittura fatale».

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«Bene inasprire le sanzioni»

Il Codice della strada punisce chi utilizza gli smartphone non solo per telefonare, ma anche per mandare o leggere messaggi. «Le pene sono state di recente inasprite ed è un bene, anche se non è evidentemente sufficiente – prosegue Ivanni Carminati –. Il consiglio che noi come associazione dei familiari delle vittime possiamo dare è quello di rispettare le regole e di usare sempre la massima prudenza».

«Il consiglio che noi come associazione dei familiari delle vittime possiamo dare è quello di rispettare le regole e di usare sempre la massima prudenza»

Un dato che fa riflettere quest’anno riguarda l’età delle vittime: «La maggior parte di chi ha perso la vita sulle strade quest’anno aveva età compresa tra i 46 e i 65 anni, fascia che ha registrato ben 18 morti, seguita dalla fascia tra i 31 e i 45 anni, con dieci vittime – rileva Carminati –: dunque non si tratta di persone neopatentate o con poca esperienza sulla strada, ma di persone che comunque avevano una certa confidenza con la guida. Al contrario le vittime giovani sono molto di meno. Cos’è quindi successo? Forse la troppa confidenza porta a sottovalutare alcuni rischi? Non saprei dire: di certo è necessario riflettere bene su questo fenomeno e, in generale, sui rischi della strada anche per chi magari ha la patente da tempo».

Più vittime di genere maschile

Un altro aspetto che si ripete negli anni nella nostra provincia riguarda il genere delle vittime: la stragrande maggioranza sono maschi, mentre le femmine sono molto di meno. Prendendo in esame le sole vittime bergamasche – quest’anno 42 –, i maschi che hanno perso la vita sulle strade sono stati 36, mentre le femmine 6.

«Un dato di fronte al quale si deve solo prendere atto perché non ha una spiegazione logica – rileva ancora il presidente dei familiari delle vittime stradali –. E poi c’è l’altro aspetto che preoccupa, ovvero che la metà dei morti bergamaschi si trovava in sella a una motocicletta: 21 vittime su 42. Gli orari dove si registrano più morti bergamaschi sulle strade sono rimasti gli stessi degli anni precedenti: si tratta del pomeriggio, tra mezzogiorno e le 18, fascia oraria nella quale sono morti quest’anno 20 bergamaschi».

Il fine settimana si conferma anche il periodo nel quale è più pericoloso circolare sulle nostre strade

L’estate il periodo peggiore

Il fine settimana si conferma invece anche il periodo nel quale è più pericoloso circolare sulle nostre strade, visto che la maggior parte degli incidenti mortali si è registrata quest’anno il venerdì, il sabato e la domenica. Quanto ai periodi dell’anno con più morti sulle strade, considerando soltanto le 42 vittime bergamasche, quest’anno la maglia nera spetta ai mesi estivi: a luglio hanno perso la vita in incidenti stradali 9 bergamaschi e ad agosto altri 7. A gennaio, febbraio e marzo le vittime erano state 3 per ciascun mese, ad aprile erano salite a 6, a maggio 4, a giugno 2, a settembre 3 e a ottobre 2. Con la speranza che il dato, già gravissimo, si assesti a questi numeri.

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