Cronaca / Isola e Valle San Martino
Venerdì 17 Aprile 2020
Morta a 31 anni per coronavirus
Pontida piange Yaye: era incinta
Mamma senegalese di un bimbo di due anni, operaia alla Brembo. È la vittima più giovane dell’epidemia. Una settimana di tosse e febbre, poi la situazione è precipitata. Deceduta al Pronto soccorso.
«Abbiamo perso nostra figlia Yaye, un grande dolore per tutti noi». Poche parole dette da una madre affranta, che in questi giorni si trova nella casa della figlia Yaye Mai che con il marito Douda Timera e il piccolo di 2 anni e mezzo abitava a Pontida, in via Baradello.
La famiglia Diouf è arrivata dal Senegal nel 2002 ha abitato per tanti anni a Pontida, prima di trasferirsi a Presezzo. Yaye Mai invece è rimasta a Pontida, si è sposata con Douda Timera, anche lui senegalese, e ha avuto un figlio. La ragazza che avrebbe compiuto 32 anni giovedì 16 aprile, è deceduta all’Ospedale Papa Giovanni XXIII nella notte del 21 marzo, dopo l’arrivo al Pronto soccorso. Era incinta di pochi mesi.
Aveva i sintomi del Covid e la positività era stata confermata dai tamponi in ospedale. È la più giovane vittima di coronavirus in provincia di Bergamo. La ragazza lavorava come operaia alla Freni Brembo di Curno ed era conosciuta anche a Pontida.
«Era proprio una brava ragazza – afferma l’assistente sociale del Comune Vanna Piromalli – . Era venuta qualche volta nel mio ufficio per avere informazioni di carattere sociale, era una ragazza gentile ed educata. Quando abbiamo saputo della sua morte siamo rimasti male un po’ tutti in Municipio perché era conosciuta anche da altri impiegati. Questa mattina (ieri mattina, ndr) è venuta sua madre che conoscevo già da anni, quando abitavano a Pontida e piangendo mi ha parlato di Yaye e mi ha detto che è stata portata nel cimitero musulmano di Colognola». La morte improvvisa di Yaye, così giovane, mamma di un bambino e in attesa di un altro figlio, ha scosso tutta la comunità di Pontida.
«Conoscevo la famiglia Diouf, tra l’altro un fratello di Yaye giocava a calcio con mio figlio nelle settore giovanile del Pontida – racconta il sindaco Pierguido Vanalli –. Invece la ragazza l’ho incrociata alcune volte negli uffici comunali per sbrigare pratiche. Purtroppo abbiamo saputo in ritardo del suo decesso, è accaduto tutto nei giorni più tragici di questa emergenza sanitaria durante i quali abbiamo perso tanti nostri concittadini. Siamo venuti a sapere della morte di Yaye, qualche giorno dopo, quando è arrivata la comunicazione dal Papa Giovanni. In questo particolare momento di dolore siamo vicini al marito Douda Timera e alla famiglia Diouf per l’improvvisa perdita della loro cara Yaye e a nome dell’amministrazione comunale e di tutta la comunità di Pontida porgo le più sentite condoglianze ai suoi cari».
Negli occhi di chi ha conosciuto Yaye restano quel suo sorriso lucente e quegli occhi grandi che s’illuminavano alla vista di suo figlio, l’amore della sua vita. In un post sul profilo Facebook del 27 luglio scorso Yaye Mai scrive: «L’odore del mare, la sabbia sotto le dita, l'aria, il vento...». La fotografia del profilo la ritrae in mare, con un sorriso radioso che guarda di sottecchi il bambino che tiene in braccio. Anche il piccolo sorride con addosso un paio di occhiali da sole blu più grandi di lui. Lei e il bambino, la sua gioia, la carezza della sua vita.
Sempre su Facebook il 17 febbraio 2018, un anno e mezzo prima, aveva scritto: «La mamma tiene il suo bambino per mano solo per un breve periodo, ma il suo cuore l’accompagna tutta la vita».
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