L’addio a Luca Carrara: «La tua forza era come il rombo della tua Lancia Delta»

VILLA D’ADDA . Commozione all’ultimo saluto del quarantunenne morto in officina. La sorella: «Hai vissuto appieno ogni attimo».

Centinaia di persone giovedì pomeriggio hanno partecipato al funerale di Luca Carrara, il quarantunenne di Villa d’Adda che domenica mattina è rimasto vittima di un incidente mentre lavorava in officina.

La parrocchiale era già gremita quando è entrato il feretro: in tanti hanno seguito la funzione funebre sul sagrato. C’erano i famigliari, tanti amici e persone che hanno conosciuto Luca alla stazione di servizio. Presente anche il sindaco del paese Gianfranco Biffi. Sul sagrato era parcheggiata la sua Lancia Delta Rally.

I funerali sono stati celebrati dal parroco don Fabio Riva con don Filippo Bolognini e don Fabrizio Rigamonti. Nell’omelia don Riva ha ricordato Luca, che lascia la sua testimonianza e il suo esempio ai suoi cari, e in special modo ai suoi bambini.

«La tua forza era pari al rombo di quell’auto la fuori – ha detto la sorella Linda – che ha urlato a tutta voce la nostra rabbia e la tua vitalità. Ti abbiamo accolto con quel rombo perché quella era la tua grinta. Perché restasse impressa nella mente di chi è qui. Soprattutto per la gioia di ricordarti così. Eri così, non parlavi sottovoce. Ti facevi sentire. O stavi zitto, o parlavi con tono deciso. In ogni caso, che sia silenzio o rumore, mancherai molto. Resterai presente nelle due gioie che ci hai lasciato: i miei nipoti, Danilo e Nicolò, che con Alessandra, papà e la mamma cresceremo e ameremo per te e per noi, guardandoli con quello sguardo e quel sorriso che mi hai rivolto venerdì, e che conserverò sempre come slancio vitale pieno di dolcezza. Anche se spesso ti mostravi fermo e impenetrabile nella tua corazza. Nessuno avrebbe voluto essere qui a salutarti e vorrei potermi svegliare da questo momento surreale. Invece poi capisco che sono io quella che non si sveglierà più, la vita è così e tu l’hai vissuta appieno in ogni attimo. Il tuo passo, deciso e coraggioso, resterà la nostra forza».

Anche il papà Giuseppe, commosso, ha preso la parola per ricordare il figlio: «Luca, ho provato a scrivere alcune frasi ma non ci sono riuscito. Ho pensato che fosse meglio parlare come se tu fossi presente davanti a me», ha detto, esprimendo «il dolore della nostra famiglia, di tutti noi, di tanti amici che ti hanno conosciuto e hanno espresso il loro cordoglio». Quindi ha chiesto ai presenti un applauso fortissimo per Luca, «per far sentire che siamo vicini, che non lo dimenticheremo mai, e perché ci dia la forza di andare avanti e far crescere i suoi figli Danilo e Nicolò». E l’applauso è scoppiato, fragoroso.

All’uscita dalla chiesa ancora un rombo della Lancia Delta Rally, quindi l’ultima benedizione impartita da don Riva.

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