La Bergamo-Ponte chiuderà da febbraio. Si cercano soluzioni per 1.100 studenti

FERROVIE. Slitta di due mesi rispetto alle previsioni la sospensione del servizio sulla Bg-Carnate-Milano. Intanto lunedì la prima riunione in Via Tasso per gestire l’arrivo degli alunni in città: ipotesi pullman, ma con tanti problemi.

A partire dal 5 febbraio 2024 - e non più da dicembre 2023 come inizialmente previsto - per tre anni chiuderà la linea Ponte San Pietro-Bergamo. Ci sarà quindi un po’ più di tempo per organizzare il trasporto pubblico alternativo, che pone diversi problemi: primo fra tutti l’impossibilità di prevedere un unico punto di partenza per i bus sostitutivi a Ponte San Pietro e di arrivo a Bergamo per i circa 1.100 studenti che, ogni mattina, nella fascia 7-8, viaggiano sulla linea ferroviaria.

I nodi sono emersi nella prima riunione lunedì pomeriggio, in Via Tasso, per iniziare a discutere delle soluzioni da mettere in campo per affrontare gli inevitabili disagi. La chiusura si è resa necessaria per consentire i lavori del raddoppio e della trasformazione in linea con servizio ferroviario suburbano.

Erano presenti all’incontro sindaci dell’Isola e dell’hinterland, Rfi (Rete ferroviaria italiana) e Trenord, la Provincia con il presidente Pasquale Gandolfi e alcuni consiglieri delegati, la Regione con l’assessore alle Infrastrutture Claudia Terzi, che è sembrata la più tranquilla di fronte alla complessità della situazione: «Non è la prima volta – ha spiegato al termine dell’incontro – che ci troviamo ad affrontare un intervento di Rfi per il quale è necessario la chiusura di una linea. Ce la si può fare a trovare soluzioni alternative al treno, non è certo impossibile: fondamentale sarà dividere i flussi e creare servizi ad hoc per i tipi utenza, a cominciare dagli studenti per i quali si potrebbe anche valutare un ingresso scaglionato a scuola».

Il problema degli studenti

E proprio il problema studenti è stato quello maggiormente dibattuto. Ogni mattina, nella fascia 7-8, arrivano in treno alla stazione di Ponte San Pietro da Lecco e Carnate circa 1.100 studenti (600 da Lecco e 500 da Carnate). In mancanza del treno è stato calcolato che servirebbero 22 pullman per portarli tutti a Bergamo: «Non si può però pensare di farli arrivare tutti alla nostra stazione – ha detto il sindaco Matteo Macoli –: nel parcheggio ci staranno al massimo 4-5 pullman. E dove potremmo far parcheggiare gli altri? Senza contare che poi questi pullman dovranno immettersi sulla Briantea che non è certo una strada poco trafficata». Da qui, quindi, l’idea di non farli arrivare a Ponte San Pietro, ma creare dei punti di raccolta (una sorta di mini hub) diversificati nei Comuni dove risulta che sia più alto il numero di studenti che prendono il treno: «Ed è lì – ha spiegato il sindaco di Orio, Alessandro Coletta – che si potrebbe organizzare la partenza di servizi pullman alternativi. Anche se per fare ciò bisognerà affrontare problemi non poco rilevanti come il reperimento di più pullman e autisti oltre a quelli già utilizzati per il normale servizio di trasporto pubblico».

Più autisti e più pullman che ovviamente, comporteranno maggiori spese insostenibili per il settore del trasporto pubblico locale che già, ogni giorno, deve fare i conti con problemi di risorse economiche. Nell’incontro di ieri è emerso chiaramente come tutti i costi di ogni servizio alternativo da mettere in campo dovranno essere sostenuti da Rfi.

Ma non c’è solo un problema di partenza, ma anche di arrivo a Bergamo. In Provincia era presente pure l’assessore alla Mobilità di Bergamo, Stefano Zenoni: «Sara necessario – ha evidenziato – creare anche dei punti diversificati dove far arrivare gli studenti. Anche per quanto ci riguarda non si può pensare di far giungere contemporaneamente in unico posto della città 22 pullman». Meno problemi si ritiene ci saranno invece con il viaggio ritorno degli studenti che avviene in maniera molto più scaglionata. Ora, comunque, l’incarico che tutti i Comuni si sono presi è quello di fare una verifica di quanti sono gli studenti residenti nei loro confini che utilizzato la Ponte San Pietro-Bergamo. Questi dati saranno poi incrociati con quelli di Trenord su biglietti e abbonamenti venduti. E da ciò dovrebbe iniziare a emergere quali potrebbero essere i punti più adatti a istituire i mini hub. Una prossima riunione per discutere di tutte queste problematiche si terrà in luglio: «Ci troviamo di fronte a un problema serio per la provincia e, in particolare per alcune sue zone – ha commentato al termine dell’incontro il presidente Gandolfi –: è evidente come ci siano ancora diverse criticità da affrontare. Speriamo che nella prossima riunione emergano soluzioni concrete».

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