Indagini genetiche nella strada del delitto, anche i residenti sottoposti al test del Dna

TERNO D’ISOLA. Campioni biologici prelevati agli abitanti di via Castegnate: saranno comparati con le tracce repertate sul corpo e sui vestiti di Sharon Verzeni. Approfondimenti anche sulla cerchia di relazioni della vittima.

Sotto la micidiale cappa agostana avvizziscono velocemente i fiori dell’altarino improvvisato in via Castegnate, nel punto dove Sharon Verzeni cercava di strappare respiri alla sua ultima notte. Erano le 00,50 del 30 luglio e, nonostante il febbrile lavoro dei carabinieri del nucleo investigativo di Bergamo, l’indagine sul delitto di Terno d’Isola non sembra essere andata oltre il pezzo d’asfalto su cui sono stati posati biglietti e mazzi floreali.

È su questa strada che si incrociano le piste dell’inchiesta. È da qui che è passato l’assassino prima di sparire nel buio. Le telecamere del circuito di sorveglianza comunale hanno inquadrato ombre di pedoni, di qualche persona in bicicletta, targhe d’auto e di moto. Finora chi è stato rintracciato ha fornito alibi credibili e dunque il fascicolo aperto dal pm Emanuele Marchisio resta per il momento privo di indagati.

Le investigazioni biologiche sono l’arma in più a disposizione di chi indaga. Il pensiero corre al campo di Chignolo d’Isola, che da qui dista due chilometri e mezzo e 4 minuti in auto, dove il 26 febbraio 2011 fu trovato il corpo di Yara Gambirasio e il dna del suo assassino

Test del Dna nella via del delitto

Ma c’è la carta genetica da giocare, in attesa che il Ris di Parma restituisca le coordinate delle tracce repertate sul corpo e sui vestiti della barista di 33 anni. Ed è per questo che gli investigatori hanno cominciato a profilare decine di uomini e donne, tra cui anche non pochi residenti di via Castegnate e di qualche strada limitrofa. «Hanno fatto il tampone del Dna a mia moglie e anch’io mi sono sottoposto quando i carabinieri me l’hanno chiesto - racconta un abitante -. Per il test siamo andati in caserma. Nessun problema per me, non ho nulla da nascondere. Anzi, ben vengano questi controlli. So che sono stati convocati molti che abitano in via Castegnate».

Come con Yara

Le investigazioni biologiche sono l’arma in più a disposizione di chi indaga. Il pensiero corre al campo di Chignolo d’Isola, che da qui dista due chilometri e mezzo e 4 minuti in auto, dove il 26 febbraio 2011 fu trovato il corpo di Yara Gambirasio e il dna del suo assassino: Ignoto 1, poi - dopo quasi tre anni e mezzo - associato a Massimo Bossetti, il muratore di Mapello condannato all’ergastolo in via definitiva. Fu un’indagine genetica da manuale e forse irripetibile, con più di 22mila campioni di Dna prelevati e comparati. Perché a un certo punto in mano agli inquirenti sembrava essere rimasto solo l’appiglio cromosomico, mentre nell’inchiesta di Terno d’Isola sembrano esserci ancora molti atout.

I militari hanno pescato dettagli e informazioni che potrebbero rivelarsi utili per il prosieguo delle indagini. In particolari, sono emersi risvolti sulla cerchia di relazioni amicali e professionali che, stando a chi indaga, sono degni di approfondimenti investigativi

La pista del vicino di casa

Che gli investigatori abbiano deciso di mappare geneticamente anche gli abitanti di via Castegnate e dintorni, significa che non è scartata del tutto la pista dell’assassino che abita in zona. Un’ipotesi capace di inquietare un paese da 16 giorni a questa parte costretto a vivere di apprensioni e con l’incubo dell’orco che, apparentemente senza motivo, esce dalla sua tana di notte e ammazza a coltellate la prima donna che incontra per strada.

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Dopo l’interrogatorio di martedì si consolida, invece, come estranea all’omicidio la posizione di Sergio Ruocco, il compagno 37enne della vittima. Stava dormendo mentre, a mezzanotte, Sharon usciva per la sua solita passeggiata notturna, consigliata dal dietologo e ultimamente spostata a tarda ora per evitare la calura estiva.

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Mercoledì 14 agosto Sergio Ruocco, dopo aver trascorso qualche giorno nella casa dei genitori a Seriate, è tornato nell’abitazione di Bottanuco dove vive la famiglia di Sharon e dove il 37enne si è trasferito dopo che l’appartamento di via Merelli a Terno d’Isola è stato posto sotto sequestro

Sharon, sotto la lente le relazioni

Nelle cinque ore di confronto, i carabinieri con lui hanno ripercorso la vita della coppia. Non sono emersi indizi di colpevolezza ai danni del compagno né di altre persone. Ma dal suo lungo racconto i militari hanno pescato dettagli e informazioni che potrebbero rivelarsi utili per il prosieguo delle indagini. In particolari, sono emersi risvolti sulla cerchia di relazioni amicali e professionali che, stando a chi indaga, sono degni di approfondimenti investigativi.

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«Io e mia moglie non siamo mai stati convocati dai carabinieri - rimarca Bruno Verzeni, il padre della vittima -. Mia figlia non aveva problemi. Era molto contenta dei rapporti con i compagni di lavoro». Mercoledì 14 agosto Sergio Ruocco, dopo aver trascorso qualche giorno nella casa dei genitori a Seriate, è tornato nell’abitazione di Bottanuco dove vive la famiglia di Sharon e dove il 37enne si è trasferito dopo che l’appartamento di via Merelli a Terno d’Isola è stato posto sotto sequestro.

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