Il ponte di Brivio verrà chiuso 16 mesi: «E così sarà il caos »

BERGAMO-LECCO. Non c’è ancora la tempistica, ma Anas ha avviato l’iter per la messa in sicurezza straordinaria. Terzi: «È necessario». I sindaci: «Disastro viabilistico».

Il ponte stradale sul fiume Adda fra Brivio e Cisano che collega la Provincia di Bergamo a quella di Lecco chiuderà per 16 mesi per lavori di messa in sicurezza e rafforzamento della sua più che secolare struttura. E questa non è decisamente una buona notizia. Soprattutto per la viabilità di attraversamento dell’Adda messa già in grave difficoltà dalle limitazioni in vigore sui viadotti che fra Trezzo (Milano) e Olginate (Lecco) connettono la Bergamasca con i confinanti territori provinciali. Ancora non si sa quando i lavori partiranno ma ormai l’Anas, che è l’ente competente del viadotto (aperto ad auto e camion con peso non superiore alle 40 tonnellate), ha avviato l’iter per la loro realizzazione.

La questione traffico

Al parco Adda nord, nei cui confini il ponte rientra, l’ente nazionale delle strade ha presentato le istanze per ottenere un’autorizzazione paesaggistica e una valutazione di incidenza a fronte del fatto che il cantiere si troverà nel raggio di due chilometri di due siti che fanno parte della Rete natura 2000: la palude di Brivio e l’area del Toffo. Recentemente si è proprio tenuta una riunione fra parco Adda nord, Anas e i Comuni di Brivio e Cisano per fare il punto sul progetto dell’intervento di cui, al momento, è in corso la redazione della versione definitiva. Nell’occasione, come confermano tutti i partecipanti, non si è parlato di traffico, la questione che preoccupa maggiormente. Dove finiranno i circa 7mila veicoli, di cui molti mezzi pesanti, che attualmente, ogni giorno, passano sopra il ponte di Brivio? Le opzioni più vicine sono due: a nord il ponte di Olginate-Calolziocorte distante circa 8 km e percorribile anche dai camion. Oppure a sud il ponte di Paderno distante circa 9 chilometri aperto solo alle auto a senso unico alternato.

I timori dei sindaci

«Comunque sia – dice il sindaco di Brivio, Federico Airoldi – la chiusura del ponte avrà un pesante effetto sul tessuto socioeconomico, non solo delle province di Lecco e Bergamo, ma anche per la città metropolitana di Milano e la Provincia di Como. Serviranno soluzioni viabilistiche straordinarie». Dello stesso avviso il sindaco di Cisano Antonella Sesana: «Il rischio è il caos. Bisognerà organizzarsi bene e con largo preavviso. Per noi sarà un grosso problema anche perché questo cantiere si sovrapporrà probabilmente con quello per la realizzazione del primo lotto della variante di Cisano». Grande preoccupazione anche a Calusco e Paderno. Per accedere al ponte San Michele che collega i due Comuni nelle ore di punta si formano già lunghe colonne. «Difficile pensare che si possa aggiungere altro traffico – sostiene l’assessore ai Lavori pubblici di Calusco Massimo Cocchi –. Non vorremmo correre il rischio di accelerare i tempi di usura del viadotto», il cui fine vita è stato fissato al 2030. Per un nuovo ponte, però, di cui sono in fase di redazione delle ipotesi progettuali, si sa già che bisognerà aspettare almeno il 2034. Per il sindaco di Paderno Gianpaolo Torchio con la chiusura del ponte di Brivio si andrà incontro a un «disastro viabilistico che evidenzia come il problema non sia solo il nuovo ponte fra Calusco e Paderno bensì la condizione complessiva degli attraversamenti dell’Adda».

La posizione della Regione

La questione del ponte di Brivio è monitorata dalla Regione «e non appena saranno note le tempistiche dei lavori – afferma l’assessore regionale alle Infrastrutture Claudia Terzi – attiveremo un tavolo di coordinamento con Anas e Province per la gestione degli impatti viabilistici. Si ricorda che il ponte di Brivio sulla statale 342 è stato realizzato nei primi del ‘900. A seguito di analisi e indagini è emersa la necessità di interventi di rinforzo del manufatto, con importanti opere di manutenzione straordinaria. Tali interventi non sono più procrastinabili e verranno avviati non appena conclusa la fase di acquisizione di tutti i pareri di competenza».

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