Il papà di Sharon: «Da sola o con il compagno, andava a fare jogging per dimagrire»

IL DELITTO DI TERNO. Bruno Verzeni: glielo aveva chiesto la dietologa. E sul compagno Sergio: «Persona splendida».

In molti se lo sono chiesto, come mai Sharon Verzeni, la 33enne uccisa nella notte tra il 29 e il 30 luglio, camminasse all’una di notte da sola per le strade di Terno d’Isola. I vicini di casa di via Merelli hanno fin da subito riferito ai carabinieri che la barista aveva l’abitudine di uscire a tarda sera, ma non hanno saputo spiegarne il motivo. Lo ha raccontato papà Bruno, per 41 anni all’ufficio Anagrafe del Comune di Bottanuco, da 8 anni pensionato. Martedì pomeriggio insieme alla moglie Maria Teresa è tornato a casa dalle ferie, la coppia è andata dalla figlia maggiore Melody, che ha spiegato loro quello che era successo; poi sono tornati a casa, una villetta di via Adda, dove vive anche il figlio minore Cristopher. Risponde al citofono, assediato dai giornalisti e dalle telecamere delle televisioni nazionali.

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«Perché Sharon camminava da sola di notte? Qualche volta usciva con il compagno per fare un po’ di jogging perché la dietologa le aveva chiesto di fare movimento per calare qualche chilo. Certe volte, quando il compagno era stanco, usciva da sola, perché lui andava a dormire. Faceva più o meno lo stesso giro tutte le volte che usciva».

Forse chi l’ha uccisa sapeva di questa sua abitudine e anche del percorso che seguiva, e l’ha aspettata per aggredirla. O forse – se fosse vera l’ipotesi dello squilibrato – l’ha incrociata per caso. La persona sbagliata nel momento sbagliato. Bruno Verzeni, pensionato, è ancora attivo in parrocchia e all’oratorio del paese, dove tutti lo conoscono. Nessuno riesce a spiegarsi una tragedia simile. Sharon, racconta il papà, era felice, stava per partire per le ferie. E su Sergio Ruocco, il suo compagno da oltre dieci anni, non ha sospetti, anzi: «È una persona splendida, è venuto da noi ieri a mangiare dopo che era stato interrogato dagli inquirenti».

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Il compagno era in casa

Le riprese delle telecamere dei vicini, in via Merelli a Terno d’Isola, d’altra parte escludono l’elettricista: era in casa quando Sharon è stata uccisa. Originario di Seriate, operaio alla ditta «Fiorendi», il datore di lavoro lo descrive come un uomo affidabile e sempre puntuale. I carabinieri sono andati a prenderlo a casa, lunedì notte, e lo hanno interrogato a lungo. L’abitazione è sotto sequestro, insieme alle auto, allo scooter, ai cellulari e ai computer: gli inquirenti potrebbero tornare per altri sopralluoghi qualora emergessero altri particolari.

In via Castegnate, mercoledì, nel punto in cui Sharon è morta, qualcuno ha posato un mazzo di fiori bianchi e sette sassolini dello stesso colore. Al bar «Vanilla» di Brembate, dove la ragazza lavorava da circa un anno, è comparso un cartello: «Si avvisa la gentile clientela che il bar è chiuso per lutto».

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