Il nuovo ponte sull’Adda adesso accelera, ma il «San Michele» rinuncia all’Unesco

CALUSCO-PADERNO. La notizia dal vertice di mercoledì 24 luglio con il ministro Salvini: la richiesta di entrare nella World Heritage List è «incompatibile» con la costruzione del viadotto bis: la rinuncia consente di partire subito con la progettazione.

Si può partire con la progettazione del «nuovo» ponte San Michele - stradale e ferroviario - fra Paderno e Calusco. Questa la notizia emersa ieri (mercoledì 24) da un vertice fra Regione, il ministro ai Trasporti e alle infrastrutture Matteo Salvini, Rete ferroviaria italiana, le Province di Bergamo e Lecco, i Comuni di Calusco e Paderno. Però, c’è un però: il «San Michele» dovrà rinunciare alla candidatura per entrare nella World Heritage List dell’Unesco. Questa candidatura, che sarebbe diventata ufficiale a settembre dopo che sono già state superate tutte le fasi preliminari, è stata ritenuta «incompatibile» con la necessità di costruirci a fianco il nuovo viadotto, il «San Michele» bis, appunto.

«Garantire il diritto alla mobilità»

La novità emersa, durante l’incontro, è arrivata dall’assessore regionale alle Infrastrutture, Claudia Terzi. E nessuno degli enti al tavolo ha avuto esitazioni: vista la riconosciuta importanza e priorità, bisogna procedere avanti tutta per la costruzione dell’alternativa al San Michele, anche nel caso ciò possa comportare decisioni dolorose. Messo quindi da parte il sogno dell’Unesco, ora Rfi potrà dare il via alla progettazione del nuovo viadotto di cui circa un mese fa, durante un’audizione in Regione, aveva presentato tre ipotesi progettuali. Verrà portata avanti quella che prevede la costruzione in una fascia di 30/40 metri a sud del San Michele di un unico ponte stradale/ferroviario a doppia corsia e binario, costo di 356 milioni di euro e cinque anni di lavoro. «L’obiettivo – è stato il commento di Salvini al termine dell’incontro – è avviare la progettazione per la realizzazione del nuovo ponte ferroviario e viario. Si apre quindi una fase nuova: siamo determinati a garantire il diritto alla mobilità».

«Opera necessaria»

Dello stesso avviso Terzi: «Finalmente si parte con la fase di progettazione per il nuovo attraversamento sull’Adda, un’opera necessaria e strategica per garantire la mobilità tra le due sponde e il collegamento tra province, così da non isolare nuovamente le comunità che già in passato hanno subito l’interruzione del ponte». Era il settembre 2018 quando il San Michele venne chiuso completamente per problemi strutturali. Sottoposto a lavori di ristrutturazione era stato completamente aperto nel 2020, però con la previsione di fine vita fissata al 2030, dopodiché potrà essere usato solo come passerella ciclopedonale. Da qui la necessità di partire al più presto con la progettazione e la costruzione dell’alternativa.

La progettazione

La progettazione dovrà necessariamente tenere conto dell’alto valore paesaggistico della valle dell’Adda in cui il nuovo viadotto andrà a inserirsi. Per fare quindi un lavoro di alta qualità, l’intenzione di Rfi emersa ieri dall’incontro è che venga indetto un concorso internazionale di progettazione. E non è finita qui: «Regione Lombardia, da sempre sensibile alla tutela del territorio – continua Terzi – si è resa inoltre disponibile a istituire un tavolo istituzionale permanente tra Rfi, Regione ed enti locali, con il supporto delle Province, per seguirne la progettazione». Questo tavolo servirà anche ad affrontare il tema delle opere viarie connesse al nuovo viadotto che, inevitabilmente, attirerà più traffico rispetto al San Michele (dove ora, oltre ai treni, possono passare solo le auto a senso unico alternato). La Provincia di Bergamo ha chiesto la Calusco - Terno e la riqualificazione della Rivierasca. Il timore è che i centri abitati dei paesi rivieraschi vengano invasi dal traffico anche di mezzi pesanti. Per ovviare a questo problema, secondo l’assessore regionale, al tavolo permanente si potrà discutere anche di un’altra possibilità: quella «di ridefinire la funzione del ponte, ipotizzando dei limiti di transito per alcuni mezzi pesanti».

Intanto, il primo atto di rinuncia alla candidatura del San Michele a patrimonio Unesco dovrà essere fatto dai Comuni. Calusco si dice pronto: «Abbiamo sposato questa rinuncia senza riserve e dubbi – commenta l’assessore ai Lavori pubblici Massimo Cocchi –. In nessun modo possiamo rischiare di rallentare l’iter autorizzativo che porterà alla realizzazione del nuovo ponte. Dopo la riunione di oggi (mercoledì 24, ndr) mi sento più tranquillo rispetto alla possibilità concreta che si arrivi all’inizio dei lavori: tutti gli attori si sono espressi per avviare le procedure che dalla progettazione porteranno alla realizzazione».

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