«Il fiume va rispettato. Può essere fatale anche recuperare un pallone» - Video

IL FOCUS. Dall’Isola Borromeo di Cassano alla «spiaggetta» di Medolago, viaggio con i bagnanti tra divieti e svago. I più giovani: «Ci tuffiamo, ma vicino alla riva».

«All’Adda si deve dare del lei. Va rispettato: è un posto magico, ma i pericoli sono dietro l’angolo se non si conosce il fiume. Io lo frequento da quando ero bambino e so dove entrare e dove sono le correnti. Oggi c’è invece troppa gente che arriva qui senza sapere nulla del fiume, mangia e beve, e poi si butta in mezzo alla corrente. È pericoloso». Franco ha ottant’anni e un fisico invidiabile. Con l’amico Antonio, che di anni ne ha quattro di meno, bazzica quasi tutti i giorni qui all’Isola Borromeo, la striscia di terra tra l’Adda e la Muzza. Proprio dalla punta dell’isola – che qui chiamano «Punta del Pècc», dal nome del pedonale «Ponte Pecchio» che porta qui da Cassano – martedì di settimana scorsa si era tuffato il venticinquenne egiziano Hossam Abdelhamid Eid Abdelfattah Dessouki, il cui corpo senza vita – la conferma è arrivata ieri – è stato recuperato venerdì nel Lodigiano.

L’ennesimo caso

A una settimana esatta da quella tragedia, martedì 16 luglio tanti giovani – tra cui molti minorenni – bazzicavano in costume da bagno, tuffandosi in acqua proprio sotto il ponte, nella stessa zona dove Hossam era stato visto per l’ultima volta dagli amici. Tutt’intorno è costellato di cartelli in diverse lingue che ribadiscono il divieto di balneazione. «Sappiamo che è vietato entrare in acque, ma lo facciamo da tanti anni – raccontano alcuni ragazzini giunti qui in bici dal centro di Cassano –: il segreto è stare vicini alla riva».

I pericoli ci sono ma non vengono considerati

Proprio sulla punta dell’isolotto ci sono due amici giunti da Melegnano: «Qui è un’oasi – confidano – e rinfrescarsi un po’ in sicurezza non fa male a nessuno. Mai ci sogneremmo di buttarci dal ponte, anche se c’è chi lo fa: il punto più pericoloso è il centro del fiume, dove le correnti sono molto forti. Stare accanto alla riva e dove si tocca non è pericoloso. Comunque rispetto alla scorsa settimana, ora c’è meno gente». Eppure i pericoli ci sono, anche nelle cose più semplici: «L’invito è quello di non giocare mai a pallone nel fiume o sulla riva – sottolinea Stefano Tresoldi, presidente del Canoa Club che ha sede proprio sull’Isola Borromeo –: molti hanno rischiato di annegare, o sono annegati come quest’ultimo giovane, proprio perché si spingevano al centro del fiume per recuperare la palla. Qui si intrecciano diversi canali, con le relative opere idrauliche, chiuse e grate, e molti bagnanti sottovalutano i rischi, finendo troppo in là, controcorrente: molti riescono a nuotare fino a riva. Qualcuno invece non ce la fa ed ecco che ci sono le tragedie. È comunque poi vero che non possiamo blindare tutto il fiume».

«Qualcuno invece non ce la fa ed ecco che ci sono le tragedie. È comunque poi vero che non possiamo blindare tutto il fiume»

«Sono nata sul fiume, fra Truccazzano e Rivolta, e i miei genitori gestivano le acque dell’Adda e della Muzza e pulivamo gli argini – confida Elena Marnini –: abbiamo fatto di tutto qui per avere l’oasi, favorendo l’ambiente e la fauna». Bruno Cervini è un pittore ora in pensione che si è trasferito da Milano a Cassano: «L’ho fatto perché qui si è sempre in vacanza», spiega mentre entra nell’Adda indossando un giubbotto salvagente.

«Pericoloso? Potrebbe sembrare, ma se si sa nuotare secondo me non ci sono rischi», sottolinea un ragazzo appena tornato a riva»

Dal confine tra Cassano e Fara d’Adda percorriamo a ritroso il fiume fino a Medolago, una ventina di chilometri più a nord. Qui, alla spiaggetta attrezzata, la corrente è molto più forte e sono comunque tanti i bagnanti che, in acqua fino al collo, si fanno trascinare. Anche in questa zona soccorsi e annegamenti sono purtroppo frequenti. Tante le famiglie con bambini che bagnano giusto i piedi. «Pericoloso? Potrebbe sembrare, ma se si sa nuotare secondo me non ci sono rischi», sottolinea un ragazzo appena tornato a riva. Il vociare arriva anche dalla sponda opposta, dove si trovano le note «piscinette» di Cornate d’Adda, anch’esse meta di bagnanti in questi caldi pomeriggi d’estate. E c’è chi azzarda la traversata dell’Adda e ne esce ridendo: giusto domenica i vigili del fuoco avevano soccorso due uomini in difficoltà durante questa manovra.

C’è chi azzarda la traversata dell’Adda e ne esce ridendo: giusto domenica i vigili del fuoco avevano soccorso due uomini in difficoltà durante questa manovra

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