Giallo di Mapello, i tentativi di depistaggio di Perico e quell’ultima telefonata di 5 secondi

L’OMICIDIO. Nell’ordinanza del gip ricostruito l’allarme lanciato dalle amiche dieci giorni prima il ritrovamento del corpo di Stefania Rota. Verso il cellulare della donna 109 chiamate da parte di Perico a partire da luglio 2021. Fino all’ultima chiamata il pomeriggio dell’11 febbraio. Poi dall’uomo nessun tentativo di comunicazione, mentre le amiche la cercavano disperatamente. Gli spostamenti con la Fiesta di Stefania tra Mapello e Ambivere.

Gli uomini della Scientifica dei carabinieri nella casa dove viveva Stefania Rota a Mapello in via XI Febbraio

Due amiche di Stefania Rota si erano preoccupate per la sua sorte l’11 aprile, 10 giorni prima che la donna venisse trovata cadavere nella sua abitazione di via XI Febbraio a Mapello, e si erano presentate ai carabinieri di Ponte San Pietro, dicendo che la 62enne ultimamente faceva passeggiate col cugino Ivano Perico, l’uomo in carcere da sabato con l’accusa di omicidio. Lo si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Massimiliano Magliacani.

Gli spostamenti dell’auto

Con loro il cugino ha tentato di dissimulare, dicendo che Stefania era al mare per assistere un anziano. Per farlo credere aveva spostato la Ford Fiesta della cugina dal cortile: prima l’aveva sistemata in un parcheggio di via Foscolo, a 150 metri da casa. Poi, vedendo che le amiche tornavano spesso in via XI Febbraio, aveva portato l’auto ad Ambivere, in un parcheggio di via Bellini, per poi riportarla qualche giorno dopo in via Foscolo.

Le chiamate a Stefania

Perico, pur avendo chiamato 109 volte al telefono la cugina dal 16 luglio 2022, interrompe le telefonate d’improvviso l’11 febbraio scorso, la data a cui si fa risalire la morte della 62enne. L’ultima telefonata che riceve la vittima dura 5 secondi, giunge alle 14,36 di quel giorno e a chiamare è Perico. Sul telefono di Stefania continuano poi ad arrivare le chiamate delle amiche ma non quelle del cugino. Che, annota il gip, «era evidentemente a conoscenza della sua morte».