Crespi top: oltre 33mila visitatori in un anno, davanti c’è solo Maranello

CAPRIATE. Il villaggio operaio di fine Ottocento è la seconda destinazione di turismo industriale più visitata in Italia nel 2023. Lo dice la classifica di Museimpresa. Ravasio: «Molte idee per fare ancora di più».

Dalle prime abitazioni alle ville dei dirigenti, ma anche gli edifici pubblici come il lavatoio, la chiesa, la scuola e il cimitero e il museo partecipato, uno strumento multimediale che racconta la vita nel villaggio e nella grande fabbrica. Guide turistiche professionali accompagnano i visitatori tra le vie di Crespi d’Adda, a Capriate, e dal 1995 patrimonio Unesco.

Sono oltre 33mila quelli che nel 2023 hanno scelto di fare tappa nel villaggio operaio di fine Ottocento, facendone la seconda destinazione di turismo industriale più visitata in Italia, alle spalle, solo, del famosissimo museo Ferrari di Maranello, e davanti al museo storico Alfa Romeo di Arese, al museo Lavazza di Torino e all’Archivio Storico Olivetti di Ivrea.

Crescita del 30%

I dati sono quelli della ricerca del 2023 sul turismo industriale in Italia curata da Nomisma, su incarico di Museimpresa. Il numero, che registra una crescita del 30% rispetto al 2022, quando le presenze erano state 25mila, tra l’altro, è parziale e potrebbe essere sicuramente superiore perché tiene conto solo delle prenotazioni delle visite guidate promosse dall’Associazione Crespi d’Adda in collaborazione con il Comune di Capriate San Gervasio, escludendo, però, le visite di appassionati, esperti, studiosi e curiosi fatte in totale autonomia.

Si tratta per lo più di visitatori provenienti dal nord Italia (95%), specie dalla Lombardia (70%)

Dei 33mila visitatori, sono circa 24.300 quelli che hanno partecipato a oltre 800 visite di gruppo, mentre i rimanenti sono visitatori singoli. Si tratta, poi, per lo più di visitatori provenienti dal nord Italia (95%), specie dalla Lombardia (70%), ma non manca nemmeno una piccola percentuale di turisti provenienti dal centro sud (4%) e dall’estero (1%), con le scuole a farla da padrone.

Una crescita continua resa possibile dalle attività di promozione dell’Associazione Crespi d’Adda presieduta da Giorgio Ravasio, artefice, dal 1991, del risveglio culturale del villaggio, oggi esempio virtuoso di gestione culturale, rigenerazione economica e progettualità continua.

«Un punto di riferimento»

«Crespi d’Adda è diventato un punto di riferimento per il turismo industriale – dichiara Ravasio –, ma sarebbe sbagliato pensare di aver raggiunto tutti gli obiettivi e fermarsi. Abbiamo sempre saputo che una progettazione a medio e lungo termine, un approccio professionale e la valorizzazione delle competenze avrebbe portato a importanti risultati e grazie al rapporto di fiducia e di stima con l’amministrazione comunale di Capriate siamo finalmente riusciti a fare ciò che avevamo nei nostri programmi e nei nostri sogni».

«Abbiamo moltissime idee e progetti per fare un ulteriore salto di qualità»

Ora, continua Ravasio, «è il momento d’investire e di guardare al futuro. Abbiamo moltissime idee e progetti per fare un ulteriore salto di qualità. Stiamo lavorando a un ulteriore sviluppo del festival della letteratura del lavoro e a partnership con importanti realtà culturali nazionali. Il Museo Partecipato crescerà ancora, renderemo ancora più approfondite le visite guidate e stiamo lavorando a diverse ricerche tematiche che ci permetteranno di raccontare il villaggio operaio con diverse prospettive e sfumature».

«Una storia che non ha mai fine»

«Il paesaggio bucolico di Crespi, al contrario di quanto si è abituati a credere, è la risultanza di una produzione industriale rimasta attiva sul territorio per un secolo e mezzo – interviene l’architetto Mauro Piantelli, che insieme a Ravasio organizza proprio a Crespi l’annuale Festival della letteratura del lavoro dal titolo ”Produzioni Ininterrotte” –. Ma non ci si può fermare a questo aspetto o al paesaggio museificato. L’obiettivo è quello di rivelare come alcuni elementi conducano a una produzione culturale sempre attiva. Quella di Crespi, infatti, è una storia che non ha mai fine e che resta attiva grazie, sì, al grande lascito urbanistico e architettonico, ma anche a singole figure che si adoperano costantemente per mantenere vivo questo luogo».

«Dialogo e competenze»

Il cambio di marcia in termini qualitativi, conclude il sindaco di Capriate, Cristiano Esposito, ricordando la realizzazione del Museo multimediale, cofinanziato da Comune e Regione Lombardia, «c’è stato con l’affidamento dei servizi di natura turistica all’associazione Crespi d’Adda. Un buon dialogo con l’amministrazione e le loro specifiche competenze hanno fatto la differenza». Tanto che per l’anno in corso si prevede già di superare la cifra dei visitatori complessivi.

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