«Coppia affiatata e riservata, avevano deciso di sposarsi»

TERNO D’ISOLA. Il parroco don Angelo Giudici: a primavera Sharon e Sergio avevano seguito il corso per fidanzati, ma non mi avevano ancora comunicato una data.

Sharon e Sergio dovevano sposarsi, magari proprio nella chiesa poco distante da dove lei è stata invece uccisa. Avevano concluso il corso di fidanzati della parrocchia lo scorso marzo. «Una coppia affiata - dice il parroco don Angelo Giudici - magari un po’ riservata, ma bravi. Volevano sposarsi anche se non avevano ancora deciso la data». Sharon Verzeni e il fidanzato Sergio Ruocco si conoscevano da anni: sul profilo Facebook della barista anche una foto del 2013 in cui sono ritratti insieme.

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«Difficile farsi un’idea di cosa sia veramente successo e di perché Sharon sia stata uccisa - continua il parroco -. Sharon e Sergio erano arrivati in paese tre anni fa, non da molto. Forse erano più legati ancora alla parrocchia di Bottanuco, dove abita la famiglia».

Dalla chiesa parrocchiale di Sant’Antonio abate a Terno al luogo del delitto ci sono poco più di 200 metri: in piazza VII Martiri, giovedì pomeriggio, nonostante la canicola, alcune decine di persone, sotto gli alberi, ai tavolini dei bar, ma nessuno se la sente di commentare. Qui ci sono due telecamere. Poco oltre inizia via Castegnate, la strada a senso unico a salire verso piazza 7 Martiri, dove, al civico 32 si è consumato il delitto.

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I portici che ospitano la filiale di banca Intesa San Paolo hanno altre due telecamere. Poi altre due all’incrocio con la strada successiva, via Partigiani. È in questa zona che la videosorveglianza all’esame degli inquirenti avrebbe ripreso le ombre di due persone che si muovono a passo veloce, intorno all’una di notte. Particolare che, però, non trova conferma. La via è stretta, a senso unico, a lato i marciapiedi. Pochi metri e si arriva nel piccolo slargo con parcheggio dove Sharon è stata accoltellata nella notte tra lunedì e martedì, tra mezzanotte e l’una. Davanti al cancello del civico 32, dove è caduta a terra e poi è stata soccorsa, ancora macchie di sangue.

Fiori sulla strada

Sull’altro lato della strada, sul muretto, giovedì si sono aggiunti tanti altri fiori, due lumini e un messaggio su un biglietto bianco: «Riposa in pace». Il parcheggio e il luogo del delitto è vicino ad alcune villette ma anche due palazzi di case popolari, molte di queste abitate da extracomunitari. Ma nessuno dice di avere visto qualcosa o sentito le urla di Sharon nella notte di lunedì.

«Dopo quello che è successo - dice una signora da dietro la porta - non esco più di casa». Sulla strada c’è chi si ferma a guardare quei fiori posati per Sharon e le telecamere della Rai e di Mediaset che trasmettono dal luogo del delitto.

Da qui alla casa di Sharon e Sergio la via più breve non supera gli 800 metri di distanza e si percorre in poco meno di dieci minuti, passando da via Castegnate, girando per via delle Gere e quindi via Mario Merelli. Ma da quando è uscita di casa al momento del delitto sono forse trascorsi più di 40 minuti. Ancora altre telecamere e cartelli che ne indicano la presenza. Il centro del paese, da anni, è luogo anche di spaccio. «Non uscirei mai di notte da sola in questa zona», dice una signora nell’unico bar della via.

La casa dei due fidanzati, al civico 28E, è una delle prime del quartiere, con villette di recente costruzione. Anche qui, poche decine di metri prima, una telecamera pubblica che dà sulla strada e poi quella del vicino di casa di Sharon, al piano terra. La casa dei due fidanzati è posta sotto sequestro, al primo piano c’è ancora la luce del balcone accesa. All’esterno, a lato del cancello, il bidoncino dell’immondizia ora svuotato, dopo che il sindaco di Terno d’Isola aveva inizialmente invitato i cittadini a lasciarli pieni per dare la possibilità di cercare l’arma del delitto. Che, però, non è ancora stata trovata.

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