Cronaca / Isola e Valle San Martino
Giovedì 17 Ottobre 2019
Cisano, il sindaco Previtali
aggredito in strada
Il sindaco era in via Tre Fontane per un sopralluogo. Preso a pugni e calci da sconosciuto.
«Impegnati per la nostra comunità dalla mattina alla sera, spesso non abbiamo liberi neppure sabati e domeniche. E ora veniamo pure malmenati». Lo sfogo amaro è del sindaco di Cisano Andrea Previtali, vittima mercoledì 16 ottobre nel pomeriggio, mentre era con l’assessore Alessandro Sangalli, di un’aggressione fisica e verbale.
«Dopo sette anni e mezzo da sindaco – racconta – non mi era mai successo, e spero vivamente che non accada mai più, che oltre a essere insultato, mi dessero anche calci e pugni. Verso le 15,30, stavo facendo un sopralluogo con il mio assessore Sangalli, in via Tre Fontane, per cercare di risolvere la situazione dei continui allagamenti dopo i temporali lungo la via. E mentre stavamo rallentando e accostando a bordo strada con le quattro frecce accese, è arrivata da dietro un’auto che, dopo continui strombazzi, ci ha sorpassato e s’è fermata davanti a noi».
«È sceso un uomo che non conoscevo – continua Previtali – urlando e insultandomi. Si è avvicinato e ha dato un pugno sul cofano dell’auto del mio assessore. Così sono sceso, ho spiegato che ero il sindaco e stavamo accostando per fare dei sopralluoghi. Ma nonostante la mia spiegazione, la persona ha continuato a imprecare e a insultarmi. L’ho avvisato che avrei chiamato i carabinieri e lui per tutta risposta mi ha dato un calcio alla gamba sinistra e un pugno sulla schiena. Io non ho reagito, non ho detto nulla e, lui dopo le scuse della signora che era in auto con lui e nel frattempo era scesa, se n’è finalmente andato».
Il sindaco verso le 17 raggiunge quindi il municipio, doveva aveva un incontro, nonostante il dolore a gamba e schiena.
«Sono andato avanti con il mio lavoro - continua Previtali – ma con un po’ di dolore alla gamba e una leggera amarezza nel cuore».
Prima di andarsene, comunque, il primo cittadino di Cisano era riuscito a memorizzare la targa dell’auto su cui viaggiava l’aggressore, targa con cui i carabinieri sono risaliti alla sua identità.
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