Cibi non tracciati, a Brembate scatta una maxi multa a una macelleria

Il blitz. Sono intervenuti Polizia locale e di Ats: in vendita anche merce di vario genere, senza alcuna autorizzazione.

In alcuni freezer erano conservati cibi surgelati senza la tracciatura prevista dalla legge, ovvero l’indicazione dell’origine della carne e della filiera produttiva, ormai fondamentali nel commercio degli alimenti. E tutt’intorno, benché non vi fosse alcuna autorizzazione alla vendita, c’era merce di ogni genere: dalle apparecchiature elettroniche all’abbigliamento, da prodotti per l’igiene della persona a quelli della casa.

È quanto si sono trovati di fronte gli agenti della polizia locale del Corpo intercomunale di Brembate, Capriate San Gervasio e Boltiere, che hanno svolto un sopralluogo di verifica all’interno di una macelleria islamica di Brembate: con loro anche il personale di Ats di Bergamo, in particolare i tecnici del «Dipartimento veterinario e sicurezza degli alimenti di origine animale». Il blitz ha fruttato una maxi multa per il titolare della macelleria islamica: polizia locale e Ats hanno infatti comminato sanzioni per un importo di oltre 6.000 euro per le diverse violazioni riscontrate. Non era la prima volta che gli agenti guidati dal comandante Manolo Peroni svolgevano accertamenti nel negozio in questione e anche nelle altre attività commerciali del territorio dei tre Comuni di competenza.

Il blitz ha fruttato una maxi multa per il titolare della macelleria islamica: polizia locale e Ats hanno infatti comminato sanzioni per un importo di oltre 6.000 euro per le diverse violazioni riscontrate

Gli agenti della polizia locale e il personale tecnico di Ats hanno effettuato la cosiddetta verifica dei luoghi, oltre a un controllo delle merci poste in vendita. L’ispezione ha permesso di accertare diverse violazioni alle norme commerciali e ai regolamenti comunali. In particolare è appunto emerso che all’interno della macelleria veniva effettuata la vendita di prodotti di genere non alimentare. Sugli scaffali erano infatti presenti apparecchiature elettroniche, capi di abbigliamento, prodotti per l’igiene della persona e della casa e componenti d’arredo. Il tutto senza che fosse stata presentata in Comune la prescritta «Scia», acronimo di Segnalazione certificata di inizio attività. Inoltre è stato rilevato che non era esposto il prezzo dei prodotti posti in vendita, come è invece previsto dalla legge. Proprio a seguito di queste violazioni, gli agenti della polizia locale hanno elevato sanzioni, come riferito, per un totale di oltre 6.000 euro. Nel contempo il personale tecnico di Ats Bergamo, per quanto di sua competenza, ha riscontrato la presenza di alimenti surgelati non identificati e privi di rintracciabilità e che sono stati per questo stati sottoposti a sequestro.

Oltre alle sanzioni, al titolare è stato infine notificato un provvedimento amministrativo, con l’invito a uniformarsi alla normativa vigente e a sanare le irregolarità riscontrate entro il termine di 30 giorni. Anche perché, in caso di inottemperanza, verrebbe disposta la chiusura totale dell’attività.

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