Bossetti, la Cassazione: no alle analisi dei reperti del delitto di Yara

LA CASSAZIONE. La difesa di Massimo Bossetti non potrà analizzare i reperti dell’omicidio di Yara Gambirasio. Lo ha deciso venerdì 16 febbraio la Cassazione che ha giudicato inammissibile il ricorso presentato dagli avvocati Paolo Camporini e Claudio Salvagni, legali del muratore di Mapello, in carcere dopo che è stato condannato definitivamente all’ergastolo.

Si trattava di «un ricorso straordinario per errore materiale o di fatto» della sentenza della Suprema corte del maggio 2023 con cui si autorizzava alla ricognizione dei reperti, nei limiti già stabiliti in precedenti provvedimenti. «In questa sentenza – aveva spiegato Salvagni - la Cassazione dice che deve ritenersi “irrevocabile, valida, vigente, intangibile e non può essere in alcun modo discussa” la decisione presa dal giudice di Bergamo il 27 novembre 2019. Bene, è quella con cui venivamo autorizzati all’esame dei reperti. Invece, la Cassazione, nella stessa sentenza del maggio 2023, spiega che i reperti possono essere solo visionati. Questo è però ciò che dice la decisione riveduta e corretta dal giudice di Bergamo 5 giorni più tardi, ossia il 2 dicembre 2019. C’è un evidente errore materiale>.

La difesa di Bossetti puntava insomma a che fosse ripristinata la prima lettura del giudice, quella del 27 novembre 2019 secondo la quale i reperti – tra cui le 54 provette contenenti tracce biologiche spostate nel 2019 dal frigorifero dell’ospedale «San Raffaele» di Milano all’Ufficio corpi di reato del tribunale di Bergamo – potevano essere analizzati. Lo stesso giudice qualche giorno più tardi precisò tuttavia che l’autorizzazione andava intesa come mera ricognizione. La Cassazione ora ha ribadito quest’ultimo concetto: i legali di Bossetti e i loro consulenti potranno prendere visione dei reperti senza poter effettuare analisi invasive.

«Decisione ineccepibile»

È una «decisione ineccepibile dal punto di vista del diritto e del buon senso» quella della Cassazione. A sostenerlo è uno dei legali della famiglia della ragazza uccisa, Enrico Pelillo. La situazione torna quindi quella del 20 novembre dell’anno scorso quando, a Bergamo, si doveva tenere un’udienza durante la quale i difensori di Bossetti dovevano prendere visione dei reperti e invece rinviata in pendenza del ricorso in Cassazione. Sarà quindi fissata una nuova udienza.

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