Cronaca / Isola e Valle San Martino
Mercoledì 07 Agosto 2024
Blitz dei carabinieri nel box rifugio del 45enne segnalato sui gruppi social
DELITTO DI TERNO. Controllata una rimessa adattata ad alloggio di fortuna in un palazzo di Capriate dove risultava domiciliato con altri stranieri. Il proprietario: i carabinieri a novembre li avevano allontanati ma poi sono tornati.
La sua foto segnaletica era stata diffusa su chat di whatsapp e gruppi social. È un marocchino di 45 anni con precedenti di polizia che – stando a voci non confermate – sarebbe stato visto la mattina successiva all’omicidio in via Castegnate, la strada di Terno d’Isola dove nella notte tra il 29 e il 30 luglio è stata accoltellata Sharon Verzeni. Gli inquirenti non hanno mai avvalorato collegamenti tra il nordafricano e l’uccisione della barista di 33 anni. «È uno dei vari soggetti attenzionati», si limitano a dichiarare. Ma che nell’indagine (al momento senza indagati) non sia scivolato in secondo piano lo dimostra la perquisizione portata a termine martedì 6 agosto dai carabinieri nel box di un condominio di via Carlo Pezzi a Capriate, nei pressi dell’ex caserma dell’Arma e dell’ex Hotel Cabina, che dall’autunno scorso era diventato il suo domicilio, il rifugio che il 45enne aveva per un certo periodo condiviso con altri stranieri senza fissa dimora.
Non è l’unico garage del palazzo finito sotto la lente degli investigatori: i militari si erano già presentati giovedì 1° agosto per controllare il box di proprietà di una coppia di italiani che pare frequentasse il maghrebino. Non è dato sapere se sia stato trovato qualcosa di rilevante al fine delle indagini, ma è un fatto che entrambi i locali non sono stati posti sotto sequestro. E sembra passare proprio dai garage adattati ad alloggi di fortuna una delle piste più battute dai carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo e dai colleghi della Compagnia di Zogno. Lunedì erano infatti scattati i sigilli per un box di via Castegnate al cui interno era stata trovata una branda. Altri ne sono stati controllati in questi giorni, sintomo che una delle direzioni più significative imboccate dall’indagine del pm Emanuele Marchisio porta al mondo degli sbandati.
Omicidio di Terno. Indagini serrate per cercare un movente o una pista. È stato messo sotto sequestro un garage per seguire una segnalazione.. Video di www.bergamotv.it
La rimessa di via Pezzi a Capriate era finita nel mirino dei carabinieri già a novembre, dopo che il proprietario aveva segnalato la presenza di abusivi. I militari avevano controllato sia ciò che era contenuto, sia gli occupanti. «Quelle persone devono essere entrate nell’ottobre scorso – racconta il titolare –. Non sapevo nemmeno di averlo, quel garage, non l’ho mai utilizzato. E, sinceramente, se non me l’avesse fatto notare una vicina, mai mi sarei accorto che veniva usato come abitazione da quattro, cinque persone.
Due di loro sicuramente ci dormivano perché sono stati trovati due materassi, oltre a biciclette, bicchieri, bottiglie, cellulari. Mi sono rivolto ai carabinieri anche per precauzione: ho specificato che, se avessero trovato droga o refurtiva nel mio box, io non c’entravo nulla. I militari hanno accompagnato in caserma quelle persone, poi mi hanno detto di non toccare nulla e di cambiare la serratura». L’uomo ha provveduto a installarne un’altra, che col tempo è però stata nuovamente scassinata. La vita abusiva in quel box è così tornata a scorrere come prima. «Non si sono presi provvedimenti forse perché non ho mai voluto presentare denuncia – confida il titolare –. Ho famiglia, temo ritorsioni. Venti giorni dopo che erano stati scoperti, io ho trovato l’auto danneggiata: avevano tentato di forzare la portiera del passeggero con un piede di porco. Non so se hanno desistito perché è passato qualcuno o se è stato un avvertimento».
I garage occupati
Il 45enne marocchino non è un volto nuovo in quel palazzo, più di un inquilino dice di averlo visto. Che abbia vissuto lì è comunque certificato: sotto la sua foto segnaletica, alla voce domicilio risulta «Capriate, via Pezzi 7», e cioè il condominio del box che aveva occupato. Facile che l’indirizzo gli sia stato attribuito con procedura burocratica, e cioè dopo che a novembre i carabinieri lo avevano trovato in quella rimessa. Non è certo che abbia vissuto lì in modo continuativo, in questi garage gli «inquilini» si alternano infatti a ritmi piuttosto sostenuti.
Dalle foto scattate da qualche residente della zona si vedono gli occupanti della rimessa condurre una quotidianità quasi normale: uno lo si vede uscire con la borsa della spesa, un altro con un cesto di frutta. Certo, il sospetto è che vivessero di espedienti, primo fra tutti lo spaccio di sostanze stupefacenti. Li vedevano spostarsi in bici e qualcuno sospetta che raggiungessero spesso Terno d’Isola, che da qui dista pochi minuti. E c’è un dettaglio su cui stanno lavorando gli inquirenti: la notte dell’omicidio, tra le persone riprese nella zona di via Castegnate ce n’era anche una in bicicletta. Il buio e la qualità delle immagini non hanno permesso di fare raffronti e di portare a un volto. Nel frattempo sono stati sequestrati diversi coltelli, nessuno dei quali però avrebbe a che fare con il delitto.
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