Bergamo, il progetto Porta Sud riparte
In vendita lo scalo, costa 16,6 milioni

Le offerte alle Ferrovie entro il 7 settembre. Un’area di oltre 128mila metri quadri da trasformare.

C’è una cifra e c’è pure una data. E nell’infinita storia di Porta Sud e dell’area dello scalo merci è già qualcosa. Le Ferrovie dello Stato, tramite la controllata Ferservizi hanno messo in vendita i 128.064 metri quadri «dell’ex scalo ferroviario della stazione di Bergamo». Costo: 16 milioni e 650mila euro. Lo scalo è composto, prosegue l’avviso «per la maggior parte da aree (alcune ancora attrezzate in disuso e in parte concesse in locazione) e da fabbricati». Il compendio «viene attraversato orizzontalmente dalla linea ferroviaria in esercizio e verticalmente dal torrente Morla».

Metro quadro in più, metro quadro in meno, si tratta dello scalo ferroviario nella sua interezza. Chi volesse rispondere «all’invito diretto a raccogliere manifestazioni d’interesse» (questa tecnicamente è la forma scelta dalle Ferrovie) ha tempo fino a mezzogiorno del 7 settembre. Nota bene, non siamo ancora davanti «ad una proposta a concludere la compravendita», ma appunto ad un invito: «La dismissione avverrà mediante una procedura competitiva che regolerà tempi, modalità e condizioni delle stesse» si legge.

«Un operatore per partire»

«Un passo avanti fondamentale per il futuro di quell’area e per tutta la città» è il primo commento di Francesco Valesini, assessore alla Riqualificazione urbana: «La procedura avviata dalle Ferrovie era attesa per marzo, ma l’emergenza Covid-19 ha fatto slittare tutto in avanti». Ma mai come in questo caso l’importante è partire, dopo che nel maggio del 2019 c’era stata la presentazione pubblica del nuovo masterplan dell’area, realizzato dalla Vitali di Cisano Bergamasco che aveva risposto ad un altro bando delle Ferrovie, nel giugno 2018.

«Ora abbiamo un’indicazione temporale e una cifra di partenza: e soprattutto se qualcuno risponderà avremo un operatore con il quale interloquire in modo costruttivo. Nessuno acquista un’area del genere per lasciarla lì» conclude Valesini.

Quei 92mila mq dei privati

Il masterplan elaborato da un gruppo di architetti guidato dallo spagnolo Francisco Mangado, aveva ipotizzato funzioni residenziali e terziarie «connessi alle scuole e alle cliniche di via Gavazzeni con la previsione di un grande parco incentrato sulle risorse naturali presenti e sulla valenza del verde come sistema di connessione» ricorda il bando delle Ferrovie. Ma anche (o soprattutto) un polo intermodale «con servizi commerciali e ricettivi ai viaggiatori connesso tramite tram alle valli e ferrovia a Milano e all’aeroporto di Orio».

Nota bene, sull’operazione «in virtù della procedura di selezione per l’elaborazione del masterplan» c’è un diritto di prelazione della Vitali « in base alle pattuizioni contrattuali conseguenti all’aggiudicazione» esercitabile entro 30 giorni dalla comunicazione dell’esito di vendita. Dalla Vitali per il momento, il più classico dei «no comment».

Nel caso «nessun operatore formuli una valida manifestazione di interesse FS Sistemi Urbani negozierà con Vitali entro 3 mesi successivi alla chiusura della procedura di gara, un accordo sulle condizioni economiche e temporali di compravendita dell’area».

I 128.064 metri quadri sono per la quasi totalità comprese nell’ambito 1 dell’Unità minima d’intervento di Porta Sud. quella del polo intermodale, che di suo si sviluppa su 345mila metri quadri. Bisogna però calcolare lo spazio per i binari, che rimangono, tutte le necessarie distanze di sicurezza e l’area ex Inps ora parzialmente occupata dal parcheggio del Gasometro. L’ambito 2 si sviluppa invece più a nord dello scalo (zona via Bono e David) per un totale di altri 92mila metri quadri. L’Umi1 raggiunge così i 440mila metri quadri. L’Umi 2 sposta invece i confini dell’intervento ben più a sud, fino alla circonvallazione.

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