Cronaca / Isola e Valle San Martino
Venerdì 30 Luglio 2021
Autopsia virtuale sulla mummia del Museo Archeologico di Bergamo: le prime scoperte - Le foto
L’assessore alla Cultura di Bergamo Nadia Ghisalberti: «Al lavoro per creare una sezione egizia nel Museo di piazza Cittadella».
Gli studi sulla mummia conservata al Museo Civico Archeologico di Bergamo proseguono. Dopo la Tac eseguita il 21 Giugno al Policlinico di Milano, il team del «Mummy Project» - composto da Sabina Malgora, egittologa e direttrice, e gli antropologi Chantal Milani, Jonathan Elias e Francesca Motta - ha analizzato le immagini ricostruendo in 3D il corpo mummificato celato sotto le bende: una sorta di autopsia virtuale, senza toccare e danneggiare il reperto.
Passo dopo passo sono state rimosse le bende per poter studiare l’individuo. Nonostante il deterioramento della mummia – le ossa della mummia bergamasca sono in gran parte fuori sede e il corpo è particolarmente assottigliato -, la Tac ha permesso di determinare che si tratta di un uomo adulto, approssimativamente fra i 40 e i 50 anni, non particolarmente robusto, ma piuttosto alto per quell’epoca: fra i 172 e i 178 cm. Molti denti sono sparsi lungo la crisalide di bende. In quelli ancora in sede si può osservare qualche carie. Fra le scoperte più affascinanti vi è il ritrovamento di alcune piccole corde annodate, non facenti parte del bendaggio e che saranno oggetto di ulteriori studi, così come i campioni di sedimenti che si preleveranno potranno fornire informazioni sulla tecnica di mummificazione.
«Questo è un altro passo del progetto “Una mummia da salvare” del Mummy Project – spiega la direttrice del museo Stefania Casini - che concerne lo studio ed il restauro della mummia contenuta nel sarcofago di Ankhekhonsu. Le indagini sono volte al recupero di dati per ricostruirne la storia e l’identità, ma anche informazioni sulle tecniche di mummificazione e sulle malattie antiche (paleopatologia) molto utili alla moderna ricerca medica».
«Il Comune di Bergamo – spiega l’assessora alla Cultura, Nadia Ghisalberti - ha deciso di rinnovare completamente il museo Archeologico di Bergamo Alta, affrontando importanti lavori strutturali che lo trasformeranno in un museo nuovo e all’avanguardia. Dalle asce di pietra alle spade di ferro, dagli ornamenti di bronzo celtici alle croci d’oro longobarde, dalle urne cinerarie alle lapidi romane e poi ceramiche, vetri, sculture e mosaici, nel museo si snoda un vero e proprio viaggio nel tempo sulle tracce dei Celti, dei Romani e dei Longobardi vissuti a Bergamo e nei territori della Provincia. Tutti i reperti, dalla Preistoria ai Longobardi, troveranno spazio in un nuovo allestimento, ma la grande novità è che sarà creata una nuova sezione egizia, che andrà a valorizzare adeguatamente i reperti egizi oggi nella collezione del museo. All’interno delle sale di piazza Cittadella sono 22 shabti (statuette funerarie in faience), 8 bronzetti, 10 amuleti, il sarcofago con la mummia e altro ancora. Questa parte sarà realizzata con la collaborazione del Mummy Project: protagonisti saranno la mummia di Ankhekhonsu, mai esposta al pubblico, ed il suo sarcofago».
IL PROGETTO «UNA MUMMIA DA SALVARE»
Ideato dal Mummy Project in collaborazione con il Museo Archeologico, il progetto è sostenuto dalla Fondazione Comunità Bergamasca, da GP Batteries International leader nella produzione di batterie tradizionali, ricaricabili e powerbank e BPS srl, Consulenza e Servizi per l’Ambiente, l’Agenzia Funebre Regazzi di Calusco D’Adda che ha curato il trasporto e dal Rotary Club di Bergamo che sosterrà il restauro. Il Mummy Project Research Project, il Centro Ricerche e sviluppo progetti, è finalizzato allo studio dei reperti organici, in particolare mummie umane e di animali, attraverso analisi effettuate con le più moderne tecniche di indagine medica ed investigativa, eseguite da un’équipe multidisciplinare, in grado di recuperare tutte le informazioni disponibili e di confrontarle nel panorama scientifico di riferimento, nel rispetto della integrità e della conservazione dei reperti. Restituisce un’identità alle mummie completando il quadro storico e culturale da cui provengono. Collabora con università, musei, fondazioni ed istituzioni culturali.
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