A Capriate chiesa gremita per l’addio a Gabriele Stucchi

L’ULTIMO SALUTO. I funerali nel paese d’origine dell’avvocato morto a Dubai, il parroco: «Giovane morte che ci ha resi tutti parenti».

In una chiesa gremita di persone mercoledì 20 novembre è stato dato l’estremo saluto a Gabriele Stucchi, il 40enne morto la scorsa settimana a Dubai a causa di un arresto cardiaco che l’ha colpito mentre stava facendo jogging prima di andare al lavoro.

Il quarantenne viveva da circa due anni e mezzo nella città degli Emirati Arabi dove lavorava come avvocato della compagnia aerea Emirates Airlines. Prima di trasferirsi all’estero era cresciuto a Capriate sapendo stringere e coltivare importanti relazioni. Lo dimostra il fatto che durante la camera ardente di martedì 19 novembre, aperta nella casa di famiglia dopo il ritorno in paese del feretro, sono stati moltissimi gli amici e i conoscenti che si sono recati a portare le condoglianze ai suoi famigliari.

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«Questa giovane morte ci ha fatto tutti parenti»

E, poi, le numerose persone presenti in chiesa che si sono strette intorno alla mamma Sonia, al papà Giuseppe (noto come Gianu) e al fratello Giulio. A celebrare la cerimonia funebre c’era il parroco don Mario Amigoni che ha evidenziato come la comunità di Capriate «si sia sentita perduta, abbandonata. L’unica consolazione è stato l’affetto e la stima espressi verso Gabriele. Ci ha fatto tutti parenti questa giovane morte». Il sacerdote ha poi indicato la via da seguire per trovare conforto: «Dobbiamo riscoprire la verità della parola di Dio e continuare a darle credito. Il suo figlio Gesù ha salvato ciò che era perduto ed ora abbiamo bisogno che venga nelle nostri solitudini, delusioni, morti e che abiti nel sepolcro di Gabriele. Lui non ci abbandona, ci salva, redime. Gabriele significa forza di Dio: affidiamo a lui il nostro Gabriele affinché continui ad essere annuncio di questa forza». Dopo il funerale il feretro di Gabriele Stucchi è stato trasportato al cimitero locale dove è stato tumulato.

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