Tendenze La sfida dei papà in prima linea oltre gli stereotipi

La vita quotidiana porta difficoltà e sfide, ma l’importante in famiglia è «fare squadra» e sdrammatizzare, rispondendo con un sorriso anche alle «domande scomode».

«Quando un papà che si occupa dei figli non verrà più chiamato mammo, forse saremo a buon punto». Diego Di Franco, blogger e stay at home dad (papà che resta a casa) ne «Il meraviglioso mondo dei papà» (Giunti) smonta in modo semplice e divertente gli stereotipi sulla paternità, attingendo alla propria esperienza. Vive a Milano con la moglie Raffaella e i figli Enrico ed Eva, ed è lui a «restare a casa», secondo una divisione di ruoli decisa di comune accordo. Diego la vive con buonumore e un pizzico di moderno romanticismo. La vita quotidiana porta difficoltà e sfide, ma l’importante in famiglia è «fare squadra» e sdrammatizzare, rispondendo con un sorriso anche alle «domande scomode».

È la dichiarazione d’amore di un papà in attesa del figlio «Ombelicale» (Einaudi) di Andrés Neuman, scrittore e poeta spagnolo. Parla dell’autore e del suo primogenito Telmo, in un diario dai toni lirici, descrivendo con tenerezza un «cammino di apprendimento» per crescere e migliorare come genitore. Inizia prima della nascita, immaginando l’aspetto e la voce del bimbo che nascerà, proiettato verso un futuro da costruire insieme, con la consapevolezza che mettere al mondo un figlio è un atto di fiducia e di speranza. Marco Balzano nel poetico albo «Ti ricordi, papà?» (Feltrinelli), illustrato da Riccardo Guasco, descrive il rapporto tra padre e figlio con gli occhi di un bambino, ripercorrendo tutti gli elementi e le memorie che fin dalla prima infanzia contribuiscono a creare un legame indissolubile, scoprendo che «quando si diventa papà si resta comunque figli» e che l’amicizia e la complicità costruite negli anni durano per sempre.

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