Sui banchi di scuola tra paure, impegno e fiducia

IL LIBRO. Sui banchi di scuola è ora di bilanci, e Filippo Caccamo in «Maledetta prima ora» (Mondadori) propone il punto di vista di «un supplente esaurito», alle prese con una quinta liceo: «di classi difficili ne ho viste tante, ma come questa nessuna».

«In un mondo in cui tutto dev’essere straordinario, insegnare è un atto di coraggio». Sui banchi di scuola è ora di bilanci, e Filippo Caccamo in «Maledetta prima ora» (Mondadori) propone il punto di vista di «un supplente esaurito», alle prese con una quinta liceo: «di classi difficili ne ho viste tante, ma come questa nessuna». Caccamo, attore, autore e giornalista, da tempo porta il mondo della scuola sui social, dove ha raccolto oltre un milione e mezzo di follower. Tra fotocopiatrici ostili e pratiche burocratiche individua le crepe del sistema, mostrando però quanto l’impegno personale faccia la differenza. «Nessuno ha più domande oggi - scrive - tutti hanno solo risposte»: nonostante questo, il supplente accende una scintilla nei ragazzi, offrendo loro fiducia nel futuro.

C’è sempre un professore «con una marcia in più», Francesco Bove, al centro di «Una vita non basta» (Garzanti) di Enrico Galiano, insegnante e scrittore bestseller. Bove, personaggio già presente in un altro celebre romanzo di Galiano «Eppure cadiamo felici», qui aiuta Teo, bocciato in seconda liceo, costretto a un’estate di lavori socialmente utili, a riconoscere e disinnescare «le paure che impediscono di essere felici». Gli insegna attraverso la cultura che si può cadere in picchiata, come il colibrì, e poi rialzarsi in volo e realizzare i propri sogni. Sono gli studenti a prendere la parola, infine, in «Lettera alla scuola» (Feltrinelli) scritto dalla III M dell’istituto Amaldi di Roma con Christian Raimo. Con la freschezza dei loro 16 anni tracciano un percorso di domande e regalano speranza, perché la scuola è anche e soprattutto un luogo dove si può ragionare insieme e far crescere il senso di comunità.

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