Rooney e la generazione orgogliosamente fragile

LA RECENSIONE. Due vite distanti, a tratti agli antipodi, un’origine comune e ora un dolore che in qualche modo unisce, seppure nelle differenze e in quella incapacità tutta tipica di una generazione - la Z - di capire e affrontare i cambiamenti, tanto più se luttuosi.

L’ultimo splendido romanzo di Sally Rooney, «Intermezzo» (Einaudi, nella bella ed empatica traduzione di Norman Gobetti), affronta la perdita di un padre vista con gli occhi di due fratelli dalla vita diversa e lontana, Peter e Ivan. Due uomini ormai avvolti in esistenze quasi estranee l’una all’altra, ma che ritrovano, in uno squilibrio inedito e imprevisto, un motivo di rispecchiamento. Considerata la più importante scrittrice irlandese contemporanea e portavoce di una generazione, Sally Rooney, al suo quarto romanzo, incide nuovamente con un testo capace di riportare lo spazio amoroso e le sue infinite e imprevedibili dinamiche ben oltre i confini delle relazioni affettive di coppia. Rooney analizza infatti con «Intermezzo» quell’ambito esistenziale, spesso impalpabile dentro al quale i valori che la società perpetua e spesso impone come fondamentali finiscono per scivolare nell’inconsistenza.

«Intermezzo» è il racconto viscerale e insieme scanzonato di un addio, quello di una generazione dolente, che ha visto nella giovinezza un inganno frutto di un fraintendimento del passato e che ora si pone di fronte a un mondo in crisi con l’orgoglio delle proprie fragilità

Tutta la narrazione assume così la densità nebbiosa del sogno, un ammutinamento percettivo che rallenta e offusca i pensieri. Un tentativo inconscio di distrazione che al tempo stesso però chiarisce e semplifica, riportando i fatti della vita a uno stato di relativa accettazione. Sullo sfondo, come barche alla deriva nella lontananza dell’orizzonte riprendono così forma gli amori che hanno il nome delle compagne e dei compagni attuali e passati, fino a fondersi in una forma di immaginario, ma consistente sentimento. Una forma che è di salvezza per la vita in tutti i suoi gradi d’espressione. Rooney ritrae una società di dispersi, fuoriusciti dalla famiglia, ma non dal suo peso e dalle sue responsabilità. Donne e uomini in fuga dalla coppia, ma inevitabilmente intrecciati gli uni alle altre in una forma di comunità inedita che ha perso le parole per definirsi, ma non la possibilità di dare corpo a un racconto che per quanto disunito è capace di includere e coinvolgere.

E nel caso di Sally Rooney nel dare forma a una poetica tutt’altro che scontata e banale. «Intermezzo» è il racconto viscerale e insieme scanzonato di un addio, quello di una generazione dolente, che ha visto nella giovinezza un inganno frutto di un fraintendimento del passato e che ora si pone di fronte a un mondo in crisi con l’orgoglio delle proprie fragilità.

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