Quattro donne e un passato di dolore, traumi e fragilità

LA RECENSIONE. Una casa dispersa nella campagna, una morte imprevista e ancora totalmente inspiegabile.

Il suicidio di Carmen piomba nelle vite delle quattro nipoti improvviso e inaspettato, una bomba a orologeria che scoppia nel mezzo di vite complicate, esistenze inquiete che ora si trovano obbligate ad una convivenza che, seppur temporanea, non era stata mai presa in considerazione. Olivia, Erica, Lisa e Nora si trovano così a ricercare il motivo di quel gesto e al tempo stesso a inseguire le orme di esistenze già segnate da crisi psichiatriche e dipendenze.

Si apre con la forza di una tragedia famigliare l’ultimo intenso e formidabile romanzo di Aixa de la Cruz, «Le eredi» (Fandango nell’empatica traduzione di Roberta Arrigoni). Il romanzo ha il movimento tipico del realismo magico intrecciando realtà a visioni, sogni che divengono apparizioni da un passato che piano piano si spiega davanti agli occhi delle giovani donne. Un dolore costante malamente curato, che ora ha l’occasione di una rivelazione, di una spiegazione che finalmente porti con sé una forma nuova di pacificazione. Un ritorno alla famiglia contraddittorio e a tratti violento che diventa una sfida per ognuna delle protagoniste, l’ultimo tentativo possibile di divenire eredi di un tempo passato che ora va pienamente riconosciuto oltre gli schemi mentali imposti. L’autrice spagnola, tra le migliori della sua generazione, gestisce una tensione crescente, ma al tempo stesso lavora attorno ad un secondo tema, come fosse una sinfonia, offrendo all’indagine una verità diversa che non sta nella banalità dei fatti, ma rivive nelle sensazioni di ognuna delle quattro nipoti in maniera distinta. Sensazioni che sono il cuore di tutto il romanzo. Non conta, o almeno non conta solamente ciò che è stato, ma anche ciò che è stato vissuto e come, conta il dolore non solo nella sua causa, ma anche - e ora più di prima - nella sua espressione. Il romanzo si muove attraverso sei capitoli, sei veri e propri movimenti che rimbalzano tra le voci di Nora, Erica, Lisa e Olivia: quattro personaggi in cerca di origini comuni ora che insieme fanno parte di quel che resta di un nucleo famigliare, che ha visto loro come eredi ma soprattutto come uniche superstiti.

«Le eredi» contiene uno sguardo femminile potente e liberatorio, che offre un panorama inedito sulla famiglia e sul caso e in particolare sul loro senso e su quello di oggetti e di quelle curve esistenziali che definiscono spesso solo a posteriori il loro significato. Un romanzo che, partendo da una tragedia, agisce con cura e delicatezza.

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