L’urgenza delle domande in un viaggio alla ricerca di sé

Con questo «Sempre tornare» (Mondadori, pagine 323, euro 19) si chiude, dopo «La casa degli sguardi» e «Tutto chiede salvezza» (Premio Strega 2020), l’autobiografia «al contrario» di Daniele Mencarelli.

Una trilogia controcorrente, che risale all’indietro il flusso del tempo. Estate 1991, riviera romagnola. Daniele ha diciassette anni. La sua prima vacanza senza famiglia. Euforia, libertà sfrenata, solo «istinti da soddisfare». La prima notte, al Cocoricò, doveva essere «la festa perfetta», l’antipasto di due settimane di sconosciuta coincidenza fra voglio e posso. Lui e i suoi due amici fanno le sette di mattina, passano direttamente dai Negroni ai caffè. Ma non è stata la «festa perfetta» delle attese. Qualcosa è andato storto. Una figuraccia, Daniele sa che sarà trasmessa dall’inesorabile tam tam della giungla adolescenziale.

Come in «Tutto chiede salvezza», è un episodio apparentemente sopportabile a scatenare l’urgenza rabbiosa delle domande, il feroce bisogno delle risposte. Al Daniele ventenne, rappresentante di climatizzatori del romanzo precedente, era bastato, nel ’94, vedere un ingegnere nucleare ridotto a uno stato infantile da un incidente di macchina, per far esplodere una furia da Tso : «m’è montata una rabbia, possibile che nessuno s’accorge che semo come ’na piuma? Basta ’no sputo de vento pe’ portacce via. […] Che cura può esiste per come è fatta la vita, è tutto senza senso, e se ti metti a parla’ di senso ti guardano male...». Il Daniele diciassettenne ha già, dentro, lo stesso bisogno di capire, la stessa ribellione al nonsenso. La figura in discoteca lo spinge a lasciare Alessio e Claudio e tornare, da solo, a piedi e in autostop, con una valigia che sembra di marmo, da Misano ai Castelli romani: «devo capire. Non posso più fare finta di niente […] non abbiamo compromessi possibili. Siamo figli del Tutto, o figli del Niente. Da una parte Dio, dall’altra il Caos. Non ce la faccio più a vivere questa recita, dentro questo recinto. Sarà questo viaggio il mio punto di svolta. Le risposte arriveranno. Magari da chi meno me lo aspetto». Poco dopo essersi messo in viaggio, un’atroce scoperta: soldi e documenti sono rimasti nel marsupio di Alessio, l’unico maggiorenne/patentato del gruppo. Daniele dovrà imparare a chiedere aiuto, a vincere la vergogna, per poter mangiare e dormire. Dovrà imparare, in condizioni di assoluta necessità, la perigliosa, equilibristica, decisiva arte dell’incontro.

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