Il piacere di leggere / Bergamo Città
Lunedì 03 Gennaio 2022
Le radici di un piatto simbolo nella memoria collettiva
Dario De Marco, giornalista culturale con l’anima da autore, ha scritto un libro necessario e commovente, divertente eppure sentimentale, e per farlo ha scelto forse l’unica protagonista capace di contenere al suo interno tutti questi elementi, o meglio ingredienti: la pizza.
«Alla ricerca della pizza perfetta» è in un certo senso, parafrasando Marcel Proust una ricerca della pizza perduta. La perfezione infatti è quell’insieme un po’ magico e un po’ mistico che sa miscelare memoria e innovazione, cura e improvvisazione. La pizza è prima di tutto memoria, memoria collettiva e intima. Il ricordo della prima pizza, del suo gusto, la sensazione di un sapore irripetibile e pure ogni volta capace di svelare nuove sensazioni e abbattere nuovi confini. E si sa che nulla è più contemporaneo della memoria perché nulla ha la forza di rielaborazione che la memoria ha sul passato, trasformandolo in presente: un impasto spesso confuso che ritrova una forma limpida nei gesti e nei desideri di ogni giorno.
Esattamente allo stesso modo fa la pizza che si dice legatissima alla tradizione, in particolare quella napoletana, ma che al tempo stesso è capace di tradirla trasformandosi con una rapidità imprevedibile. Basta pensare agli ultimi dieci anni per vedere come il concetto di pizza si sia trasformato e al tempo stesso come l’idea di pizza sia rimasta immutabile quale elemento di incontro e di relazione, ma anche non di meno di solitudine. Una pizza al volo presa d’asporto in una notte d’inverno non ha lo stesso valore di una pizza mangiata in compagnia, ma al tempo stesso fa parte della medesima esperienza. La pizza è dunque sostanza e artificio di un racconto esistenziale che De Marco conduce con abilità alternando anche riferimenti «tecnici» su e attorno alla pizza con vicende umane private e pubbliche. Il sapore della pizza e il suo senso più profondo attraversa la vita di ognuno di noi alleggerendola o appesantendola sia per colpa sua (una pizza cattiva è tra le cose peggiori di questo mondo) sia per la sua qualità. La pizza può offrire una soluzione se non a tutte, a molte delle nostre giornate. Un libro raffinato che restituisce alla pizza il suo valore e la sua centralità senza la retorica fatta di marketing superficiale di chi la pensa o la pretende slegata dalle nostre esistenze ovvero dai nostri corpi. Del resto siamo quello che mangiamo e quindi se una pizza perfetta non farà di noi esseri perfetti, è possibile però che un po’ migliori ci aiuti ad esserlo.
Giacomo Giossi
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