La bellezza dell’unicità secondo Papa Francesco

OPERE. Nel libro «Sei grande!» i discorsi del pontefice sull’amore divino e l’invito all’azione. Mons. Viganò: «Sono parole che Dio ci sussurra al cuore».

Sapere di essere preziosi per qualcuno è qualcosa in grado di fare miracoli nella percezione non solo di noi stessi ma della nostra vita quotidiana. Figuriamoci allora cosa può fare di buono riscoprire, nelle parole di un autore come Papa Francesco, di essere unici e speciali non tanto agli occhi di una persona ma a quelli di Dio. Ebbene, è appena uscito il volume «Sei grande! La bellezza di essere unici e speciali» (pubblicato da Libreria Editrice Vaticana e Elledici, pagine 144, euro 14) in cui attraverso le parole espresse dal Papa in più occasioni (omelie, encicliche ed esortazioni apostoliche, udienze del mercoledì come pure discorsi durante i viaggi), si evince come ciascuno di noi sia il «tu» di Dio e gli sia estremamente prezioso. Il libro si snoda in due parti. Nella prima, «Sei prezioso», si viene condotti a prendere coscienza dello sguardo innamorato di Dio sull’essere umano. Nella seconda, «Vivi, ama, sogna», c’è invece l’esortazione all’azione una volta riscoperto di essere oggetto di amore divino.

Il volume si rivolge a donne e uomini del nostro tempo, di cui si traccia il perfetto identikit, e anche ai giovani «nativi digitali», tanto messi alla prova da una società in precipitoso e talvolta scomposto divenire. L’invito del testo è ricordare che il Padre ci conosce ad uno ad uno e ci vede a immagine di suo Figlio, aiutandoci con amore ad assomigliare sempre più a Lui. Nell’introduzione di monsignor Dario Edoardo Viganò, vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e delle Scienze Sociali della Santa Sede, si fanno i conti con l’evidenza che l’essere umano sia a volte ostaggio di piaghe come l’orgoglio, il narcisismo, il senso di solitudine e alienazione, la violenza. In tale compagine è difficile lasciarsi amare, sentirsi amati, riuscire a vivere con le nostre fragilità senza giudicare gli altri; ognuno è oberato dalla fatica del quotidiano e da ferite del cuore perché può aver incontrato fallimento, peccato, insuccesso, tradimento. Il punto è che questo, ci conforta mons. Viganò, non pregiudica di avere sempre e comunque ad accoglierci l’abbraccio di Dio, l’unico luogo in cui asciugare le lacrime. Il vero errore sarebbe cercare consolazione non in quello ma in una delle gratificazioni immediate ed effimere offerte oggigiorno. «“Tu sei per me prezioso”: sono le parole che in ogni istante l’amore di Dio ci sussurra al cuore», scrive mons. Viganò e prosegue spronando il lettore: «Partiamo da qui. Noi non siamo un “io” accanto ad altri tanti “io”; noi siamo il “tu” di qualcuno. Siamo il “tu” di Dio e il “tu” di ogni fratello e sorella che incontriamo. Essere “tu”, sollecita la consapevolezza del nostro essere in relazione, cioè la consapevolezza che ciascuno di noi è in quanto è in relazione con altri».

«Un essere umano – afferma il Papa – è fatto in modo tale che non si realizza, non si sviluppa e non può trovare la propria pienezza se non attraverso un dono sincero di sé. La vita sussiste dove c’è legame, comunione, fratellanza

In queste osservazioni c’è il monito a smettere di mantenere lo sguardo basso e ripiegato continuamente sulla ferita ombelicale, atteggiamento che alla lunga sarebbe sterile e narcisistico. Oggi ritrovare il coraggio del nostro volto originale, creato a immagine e somiglianza di Dio, è reso difficile anche dal fatto che la realtà digitale impatta fortemente sui rapporti tra le persone. Il Papa parla in più occasioni del fenomeno drammatico dei giovani «eremiti sociali» che vivono sepolti in una perenne connessione virtuale. Studi alla mano, un uso eccessivo e disfunzionale della tecnologia tende a sostituire le interazioni reali anziché integrarle, portando a un desolante panorama fatto di solitudini attigue l’una all’altra.

In «Sei grande. La bellezza di essere unici e speciali», il Papa si conferma un grande conoscitore dell’animo umano. Con parole evangeliche e semplici arriva ancora una volta a toccare nel profondo

«Un essere umano – afferma il Papa – è fatto in modo tale che non si realizza, non si sviluppa e non può trovare la propria pienezza se non attraverso un dono sincero di sé. La vita sussiste dove c’è legame, comunione, fratellanza. Al contrario, non c’è vita dove si ha la pretesa di appartenere solo a sé stessi e di vivere come isole: in questi atteggiamenti prevale la morte». Bisogna obbedire al comando di uscire alla luce, alla vita. Ancora il Papa, in altre occasioni: «Cristo non si rassegna ai sepolcri che ci siamo costruiti con le nostre scelte di male e di morte, con i nostri sbagli, con i nostri peccati. Ci chiama insistentemente ad uscire dal buio della prigione in cui ci siamo rinchiusi accontentandoci di una vita falsa, egoistica, mediocre».

In «Sei grande. La bellezza di essere unici e speciali», il Papa si conferma un grande conoscitore dell’animo umano. Con parole evangeliche e semplici arriva ancora una volta a toccare nel profondo, esortandoci a raccogliere l’invito alla vera libertà, quella in cui essere luminosi custodi del cuore di Dio nel mondo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA