Interviste sul nostro mondo ai grandi della letteratura

«Dialoghi sul mondo», appunto. «E la letteratura». Questi raccolti in un volume di notevole qualità, in tanti anni di professione giornalistica e di interviste da Mariella Radaelli.

Perché la letteratura - per quanto opera di fantasia - è pur sempre parte del mondo, non di qualche immaginario iperuranio dell’Arte. E il mondo non ne potrebbe fare a meno.

Ci sono, in questa ricca raccolta, scrittori che «hanno denunciato lordure, abusi di potere e malcostumi dei loro Paesi, come i Premi Nobel Nadine Gordimer e Wole Soyinka». E anime più poetiche. O ci sono autori come il maestro della fantascienza Ray Bradbury che «era seriamente preoccupato dell’emergenza educativa in America. Me lo gridò forte e chiaro durante il nostro incontro a Beverly Hills. Vedeva la nazione con molti indicatori di pericolo: “Se l’America vuole rimanere la potenza incontrastata di un tempo, deve investire soldi ed energie nell’istruzione e riformare il sistema educativo”, mi disse. Qualcosa come ventitré milioni di americani adulti, sottoposti ai più semplici test di lettura, scrittura e comprensione sono risultati analfabeti funzionali. “E se uno non legge, non può essere educato e allora a uno non importa proprio niente di niente”» disse ribadendo il suo «no alla guerra».

Era l’anno 2000: nel frattempo Bradbury ci ha lasciati, ma come si vede i problemi che lui segnalava sono ancora con noi: anzi, hanno guadagnato maggior campo.

Ce n’è di autori tra i quali curiosare in questa raccolta, da grandi nomi internazionali e premi Nobel ad autori italiani famosissimi: Alda Merini, Mario Luzi, Vincenzo Consolo, Sebastiano Vassalli; ma soprattutto tanti stranieri: Jonathan Franzen, David Grossman, Dominique Lapierre. «Saramago ha espresso il suo diritto di essere ateo. Altri hanno manifestato il bisogno profondo dello spirito umano di sacro. Con l’anglo-pakistano Haneif Kureishi ho discusso di buddhismo, con il maghrebino Tahar Ben Jelloun ho interloquito sull’islamismo, con il brasiliano Paulo Coelho di cattolicesimo. Coelho mi confessò la sua conversione già alla fine degli anni Novanta».

C’è perfino un epitaffio per la letteratura, uscito dalla bocca del grande critico letterario George Steiner: «I secoli a venire saranno secoli scientifici. Ma la scienza, che è per definizione pre-storia, è anonima e sempre collettiva, e in questo senso è il contrario della letteratura e dell’arte. La potenza del linguaggio letterario oggi sembra essersi esaurita».

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