In Città Alta poesie ispirate a San Francesco

L’APPUNTAMENTO. «Laudato si’», volume di poesie, sarà presentato sabato 5 ottobre alle 20,30 nella Basilica di Santa Maria Maggiore.

Ottocento anni sembrano non essere passati da quando San Francesco d’Assisi scrisse, nel 1224, il Cantico delle creature. Un’ode a Dio, alla vita e alla natura in tutta la sua bellezza e complessità, uno dei testi più antichi del patrimonio letterario italiano, che continua ad essere fonte d’ispirazione. Lo è stato anche per la bergamasca Rosanna Bertacchi Monti, che con la casa editrice Velar ha pubblicato la raccolta di poesie «Laudato si’ per l’ape, la cerva et sora iguana», che sarà presentata sabato 5 ottobre alle 20,30 nella Basilica di Santa Maria Maggiore, in Città Alta.

Il volume si articola in due parti legate tra loro dallo stesso afflato poetico, la prima delle quali è costituita da diverse pregevoli “laudi”, componimenti in lingua italiana corrente volti a lodare il Creatore-ordinatore dell’universo mondo, ma poi l’autrice implora l’aiuto e la misericordia dell’Onnipotente per tutte le creature. Voci recitanti della serata saranno la stessa autrice e l’attore Riccardo Niseem, con l’accompagnamento musicale dell’organista Roberto Mucci e del mezzosoprano Marta Fumagalli.

L’analisi

Introdurrà il magistrato e scrittore Benito Melchionna, procuratore emerito della Repubblica, che metterà a confronto il Cantico delle Creature con il Cantico dei Cantici dell’Antico Testamento. «Entrambi i testi propongono un insegnamento che tutti dovremmo tenere bene a mente - sottolinea Melchionna - perché mettono al centro la natura, abbracciano l’uomo e tutte le altre creature. Il mondo di oggi, invece, ha perso di vista questo messaggio. Pur non demonizzando l’economia, come fanno molti, perché è essenziale per la sopravvivenza dell’uomo, non si può negare che negli ultimi secoli, soprattutto da quando si è sviluppata la civiltà industriale, l’economia sia andata contro l’ecologia, che è anche ecologia spirituale».

«Dobbiamo ricordarci che siamo parte dell’universo, ma nulla ci appartiene - continua Melchionna -. Dobbiamo essere capaci di usare con giudizio i beni che abbiamo a disposizione, se non vogliamo consumare il futuro dei nostri figli. Stiamo creando un mondo insostenibile, come evidenziano guerre e cambiamento climatico. Tutto questo rende il messaggio di Francesco quanto mai attuale».

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