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Il piacere di leggere / Bergamo Città
Lunedì 03 Marzo 2025
Il mito di Shakespeare tra la sorella e la parità di genere
TENDENZE. «Se vuole scrivere romanzi - afferma Virginia Woolf in “Una stanza tutta per sé” - una donna deve avere del denaro e una stanza tutta per sé». Nello stesso saggio racconta la storia della sorella immaginaria di Shakespeare, Judith, affermando che una donna con una dote artistica affine a quella del fratello, nata nel XVI secolo, avrebbe avuto un destino tragico, sarebbe stata ostacolata e derisa.
«Le sorelle di Shakespeare» (Mondadori), di Ramie Targoff, parte dalla condizione femminile nel Rinascimento, un periodo in cui le donne «non potevano ricoprire cariche politiche né votare» per seguire un gruppetto di donne che scrissero componimenti poetici e teatrali in epoca shakespeariana.
Da Anne Clifford ad Aemilia Lanyer ed Elizabeth Cary, l’autrice ricostruisce percorsi pieni di coraggio e d’ispirazione. Si interroga sul percorso e sul destino di una donna di potere, partendo da un grande personaggio shakespeariano, «Lady Macbeth» (HarperCollins) di Isabelle Schuler. Narra una parte della storia che la tragedia lascia in ombra, mettendo in luce profondità, contraddizioni, sogni e desideri di un’anti-eroina straordinaria. Eliselle (pseudonimo dell’autrice e sceneggiatrice Elisa Guidelli) riprende la storia di Judith Shakespeare in «Della stessa sostanza dei sogni» (Gallucci), immaginando che sia proprio lei a celarsi sotto lo pseudonimo maschile di William, pur di avere la possibilità di esprimere il proprio talento.
Terzo volume di una trilogia, rivolto a un pubblico di «Young adults», rilegge il tema della parità di genere e di trattamento tra uomo e donna, mostrando che in fondo non tutti i nodi del passato si sono davvero sciolti.
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