Bergamasco, in un dizionario le parole più utilizzate

LA NOVITÀ. Si presenta in biblioteca Tiraboschi, a Bergamo, la ricerca di Guerino Brozzoni: oltre al vocabolario l’aggiunta di racconti, memorie, proverbi.

Giovedì 24 ottobre alle 17.30 presso la Sala Boninelli della Biblioteca Antonio Tiraboschi, a Bergamo - in via San Bernardino 74 -, è in programma la presentazione del libro di Guerino Brozzoni dal titolo «A sgargét in dol me bergàmasch. Rovistando nel mio bergamasco», edito dal Gruppo Aeper.

Si tratta di un poderoso vocabolario nel quale l’autore, sotto ogni lettera, elenca le parole più usate nel dialetto bergamasco e, per alcune di esse, c’è anche una zunta (ossia una aggiunta). Pagine che, nel loro insieme, vanno a disegnare un mondo enciclopedico, dove spaziano racconti, modi di dire, proverbi, scioglilingua, testimonianze, memorie storiche e persino rimedi nostrani. Un mondo affascinante in cui Brozzoni, classe 1938, originario di Costa Serina e oggi residente a Bergamo, fiero delle sue radici e innamorato delle sue origini, presenta il bagaglio di conoscenze ampliate nel corso di oltre 60 anni grazie a studi e ricerche contrassegnati da rigore circa tradizioni popolari orobiche e linguaggio comune quotidianamente usato dalla nostra gente. E lo fa entrando nel cuore delle persone, interpretandone i sentimenti, le gioie, le fatiche e le sofferenze, facendosi testimone di storie dove affiorano nelle impronte del tempo valori che hanno segnato uomini e istituzioni, percorsi individuali e di comunità. Tra le ricerche di questo autore andrebbero almeno ricordate «Sich sach de sòch sèch» nel 2009 (ed. Corponove), «La salüte e pò piö» nel 2012, «Ol tép l’è töt tacàt» nel 2015, «Saì a che sant tacàs» nel 2017, «A servizio delle comunità» nel 2020.

Un laboratorio dialettale

L’evento proseguirà con un interessante laboratorio a cura di Brian Sciretti di Wikimedia Italia – associazione di promozione sociale impegnata nella diffusione della cultura e del sapere – durante il quale i partecipanti impareranno a offrire contributi ai progetti Wiki dialettali: si registreranno vocaboli e si giocherà attraverso attività laboratoriali in dialetto. Non solo un’occasione di apprendimento, dunque, ma anche una possibilità di lasciare, attraverso la rete, un segno concreto per la tutela del bergamasco. Un momento di condivisione e di comunità, dove passato e futuro s’incontrano per portare avanti una tradizione che è ancora uno strumento vivo. Del resto, come ricorda Brozzoni, ogni parola in dialetto è un ponte tra generazioni, un pezzo di un patrimonio immateriale che apre a valori e significati da preservare e tramandare con orgoglio.

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