Zappatini, vocal coach delle voci d’oro

IL PERSONAGGIO. Veterano di Sanremo, mette a punto la vocalità di artisti noti ed esordienti, soprattutto dal vivo «Oggi le produzioni “trattate” disorientano il cantante, quando arriva sul palco non riconosce il suo canto».

Maurizio Zappatini è un vocal coach tra i più apprezzati in Italia. Allena e segue voci da tanti anni senza muoversi più di tanto dal suo studio di Seriate. Dal Duemila ha partecipato a tutti i Festival di Sanremo. Il primo nel 1991 da direttore d’orchestra. Come allenatore dal 2005 ha vinto con Renga e «Angelo», poi con «Brividi» di Mahmood e Blanco. Negli ultimi dieci anni ha avuto sempre qualcuno in campo all’Ariston. Quest’anno cura le voci di Clara, Renga e Nek, e ancora Mahmood. Dal moderno, al classico, al cantato più sperimentale.

Sono cambiati gli stili di canto?

«La maggior parte delle canzoni scritte oggi non hanno come priorità il concerto, l’esecuzione dal vivo. Sono pensate e costruite per Spotify, per le radio. Il palco dell’Ariston, con tanto di orchestra, risulta un mezzo “inadeguato” per la maggior parte dei giovani che hanno la tecnologia come supporto determinante per la loro resa. Questo è evidente se si confrontano le esibizioni delle nuove leve con quelle dei cantanti più esperti che alla fine risultano più leggibili».

È un problema di produzione?

«Le voci sono sempre molto “trattate” o “shoppate” nelle produzioni contemporanee e spesso questo porta il cantante a un disorientamento non privo di conseguenze (a volte anche fisiologiche) soprattutto quando si trova “nudo” sul palco con una voce che praticamente non riconosce».

Come le sembrano le canzoni quest’anno?

«Anche quelle che non brillano all’Ariston faranno comunque la loro strada nelle piattaforme digitali, avranno successo. I live però, sebbene supportati dalla tecnologia, richiederanno sempre una presenza vocale una “teatralità della voce”. Senza andare troppo indietro nel tempo, se prendiamo il successo di Taylor Swift, di Rosalia o anche della super tecnologica Billie Eilish, (ma anche di Mahmood, Elodie, Annalisa…) vedremo che alla base di tutto c’è una capacità di canto, una personalità e consapevolezza del proprio mezzo vocale che francamente non ho visto tra le “nuove proposte”».

La voce preparata fa più strada.

«La preparazione vocale è importante. Prendiamo ad esempio Clara Soccini che seguo. È una giovane, senza una vera esperienza da “cantante” alle spalle, alle prese con un brano tecnicamente difficile. Beh, l’ha potuto eseguire con sicurezza, nonostante l’emozione, grazie a un anno di lavoro intenso e senza sconti. Il talento di un cantante, senza un lavoro meticoloso sulla voce, rischia di non emergere, di non arrivare da nessuna parte».

Con i suoi allenati ha lavorato anche alla serata dei duetti. Qualcuno cambia registro di canto?

«Il grosso del lavoro l’ho fatto con Clara. Canta con Ivana Spagna “Il cerchio della vita” dalla colonna sonora del film di animazione “Il Re Leone”. Un pezzo difficile per lei. Abbiamo lavorato tanto soprattutto per mettere in armonia le estensioni: Ivana ne ha una, Clara un’altra, abbiamo mediato un po’ anche col coro di voci bianche. Mahmood dà una versione tutta sua di un classico di Dalla, con i Tenores de Bitti. Alessandro ha un aggancio forte con la tradizione sarda. È riuscito a portare “Com’è profondo il mare” nella sua vocalità, del suo mondo espressivo. Francesco e Filippo fanno il loro, hanno voci ad alta leggibilità. Con loro ho lavorato più che altro alla preparazione del tour. Dovevano fare poche date e sono stati in giro un sacco, con grande successo. Credo che la gente ai concerti abbia voglia di cantare».

Quest’anno qualche vocalità l’ha colpito?

«Ci sono un paio di voci interessanti. Quella del cantante dei Santi Francesi è buona, un po’ buttata lì. Anche Rose Villain ha una bella voce. Se ci lavorano potrebbero venir fuori delle vocalità intriganti. Sono loro i primi a non conoscerle. Lavorano sempre in studio, con voci sempre più trattate Torniamo al discorso fatto prima. Renga e Nek la vocalità se la son fatta cantando ai concerti. Si son formati così».

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