«Yuppie o rapper, rimane la voglia di divertire»

L’INTERVISTA. Attore, cantante e showman a 73 anni: Jerry Calà si racconta dopo l’infarto giovedì sera 18 luglio in piazza Cameroni a Treviglio.

«La mia è ora una vita di “stent” dopo l’operazione al cuore per piazzarmene tre. L’infarto mi ha colpito ma non fermato e posso ancora andare in scena, con più calma chiaramente». Ironico come sempre l’attore, comico e cantante Jerry Calà è pronto per lo show di stasera a Treviglio alle 21,30 il piazza Cameroni. «Una vita da libidine», uno spettacolo prodotto dalla «The Best Organization» che segue Jerry Calà da 20 anni, promosso dall’agenzia trevigliese di pratiche automobilistiche Pea, in collaborazione con il Comune, il Distretto del commercio e l’Associazione commercianti trevigliesi. Ad accompagnare Calà ci sarà una band di tre elementi al basso, alla batteria e alle tastiere.

Che spettacolo sarà?

«Lo definirei comico musicale – spiega l’artista - dove ripercorro la musica che ha segnato carriera e vita. Farò una “hit-parade da gita” molto divertente così come lo è il monologo musicale sulla differenza tra i ragazzi della mia generazione e quelli di oggi».

A 73 anni la voglia di esibirsi è ancora tanta, come lo spiega?

«La voglia di divertirsi e divertire è immutata e finchè questo lavoro mi emozionerà mi vedrete in scena con la stessa verve, anche perché a noi attori nessuno ci manda in pensione».

Cosa le ha insegnato la disavventura del malore vissuta un anno fa sul set fa del film «Chi ha rapito Jerry Calà?», del quale era regista e attore?

«Mi ha insegnato che devi stare un po’ più calmo e che la nostra vita è in mano a qualcuno, nulla è sicuro, quindi bisogna godersela appieno. Al cuore non avevo mai avuto problemi e mi hanno salvato i medici di Napoli della Clinica Mediterranea».

Yuppie nei film di Vanzina e rapper nel brano «Ocio», in quale ruolo si è trovato meglio?

«In entrambi i ruoli. Sono grandi scoperte: yuppie faceva parte del mio lavoro, rapper è stata un scoperta piacevole proposta da J-Ax».

Inevitabile tonare agli albori della sua carriera con «I Gatti di vicolo Miracoli»: che periodo è stato quello vissuto con Oppini, Smaila e Salerno?

«Indimenticabile e fondamentale, una sorta di scuola per il prosieguo della mia carriera. Siamo ancora una famiglia, ci ritroviamo spesso e ci vogliamo molto bene».

«Libidine, doppia libidine, libidine coi fiocchi» per lei lo è stata la sua vita professionale?

«Assolutamente sì. Mi ritengo fortunato per quanto ho fatto, con film come Sapore di mare, Vacanze di Natale, Yuppies, Bar dello sport e altri che tengono nel tempo e ancora passano in Tv e sono visti e riscoperti da tanti giovani, che poi vengono ai miei concerti».

La cosa che le è venuta meglio?

«Mio figlio Johnny, che studia alla Civica scuola di cinema a Milano e si laurea il prossimo anno in regia e sceneggiatura».

Quali sono i suoi prossimi programmi professionali, a parte lo show a Treviglio?

«Per tutta l’estate darò spettacoli in tante bellissime piazze italiane, divertendomi e divertendo. Ho in cantiere un film: questa volta però farò solo l’attore protagonista e mi affiderò a un regista, evitando carico di lavoro dopo quanto mi è capitato lo scorso anno a Napoli».

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