Voci di donne «inedite» che cercano il loro spazio

L’appuntamento. Mercoledì 8 marzo, alle 21, il Teatro Serassi di Villa d’Almè ospiterà uno spettacolo con la regia di Chiara Donizelli.

«L’amore è uno dei modi principali che abbiamo per sentirci vivi. Ma lo è anche il lavoro. Sono i due grandi elementi che ci fanno stare bene. Come ha detto Freud, la vita è lavoro e amore, in quest’ordine. Non amore e lavoro». È a partire da questa considerazione che Vivian Gornick denuncia l’impossibilità, al giorno d’oggi, di fare grande letteratura partendo dall’amore romantico. Un tempo l’amore era considerato, sotto molti aspetti, una grande metafora della condizione umana. Oggi, non lo si considera né lo si vive più come un tempo. Ad arrivare alla libertà di cui godiamo nelle relazioni ci ha aiutato anche il femminismo e il lavoro su noi stesse. «Questo movimento – prosegue la Gornick – mi ha fatto capire che il sesso femminile non veniva preso sul serio e nemmeno si prendeva sul serio. Il femminismo, quando è arrivato, ci ha aiutate a capirci».

Parleremo dunque di lavoro in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti della Donna e di come la liberazione che ha portato con sé ci ha rese persone diverse. Più consapevoli e libere nella professione, ma anche all’interno della nostra famiglia. Senza l’ossessione di dover rispondere ad un cliché, un po’ demodé, di «angelo del focolare». Non ce ne voglia il lettore che ha voluto dedicare alla sua donna, sulle pagine di questo giornale, un ringraziamento grondante di miele (suo) e di sangue (nostro, per le unghie piantate nei palmi): «La donna è una creatura che garantisce la continuità della vita, accettando il rischio con generosità di poter perdere la sua. È capace di custodire e proteggere il germoglio della vita nel suo fragile ventre con trepidazione e amore. Creata e messa a fianco dell’uomo, essa non è strumento di piacere o da sfruttare, ma di crescita. Per questo deve essere valorizzata, apprezzata e amata. Se la osserviamo, mamma e moglie, che spende le sue forze e le sue energie per tutta la famiglia, diventiamo capaci di amare anche i suoi limiti o difetti». Ehm! Possiamo dissentire?

Parole che cercano spazio

Eppen, la rivista online dedicata alla cultura e agli eventi de L’Eco di Bergamo, ha voluto mettere in scena la voce fresca delle generazioni «post-angeliche» con la regia di una nostra autrice, Chiara Donizelli, e la drammaturgia di Carmen Pellegrinelli. Lo spettacolo, dal titolo «Inedite. Parole che cercano spazio», andrà in scena mercoledì 8 marzo alle 21 al Teatro Serassi di Villa d’Almè (via Sereno Locatelli Milesi 6, ingresso gratuito, prenotazione consigliata su inedite.eventbrite.it) e sarà trasmesso anche su BergamoTV domenica 12 marzo alle ore 21 e il 19 marzo alle 15.

Quando L’Eco di Bergamo è stato fondato, inutile dirlo, non c’era nessuna donna in redazione. Adesso, la galassia Sesaab conta il 42% di donne. Siamo partite dal lavoro che facciamo noi, tutte quante insieme, ma l’intenzione è quella di offrire la nostra voce ad ogni lettrice perché possa tradurre le nostre storie nel linguaggio dei mille lavori nei quali ciascuna è impegnata. Commesse, operaie, ingegnere, ricercatrici, astronaute, impiegate e mamme a tempo pieno. Sul palco, tutte potranno trovare una parte di sé.

La nostra e la vostra voce

Il titolo «Inedite» intende svelare proprio quella voce nascosta che risulta spesso comodo far tacere. Oppure quel senso di frustrazione che si prova quando, lanciando il grido di battaglia alle altre colleghe, capisci che la tua è solo una delle sfide che girano per l’aria. Ognuna ha la sua. C’è da sperare che ci sia di meglio della rassegnazione , perché la libertà di cui godiamo è frutto di battaglie e c’è tanto lavoro da fare ancora perché tutte le donne del mondo possano salire come noi sul palco a far sentire la propria voce.

© RIPRODUZIONE RISERVATA