Vince Tempera: «A Sanremo non si punti soltanto sui giovani» - Video

MUSICA. Il maestro a Treviglio per le prove del suo spettacolo: «Brani come Ufo Robot sono nel cuore di chi oggi ha 40/50 anni». Ecco l’intervista.

Trasferta trevigliese per il maestro Vince Tempera. Il motivo? Le ultime prove per lo spettacolo in programma mercoledì sera, al «Don Lisander» di via Manzoni a Milano, con il suo «Da Fellini a Tarantino, con tributo a Burt Bacharach», nel quale il compositore e direttore d’orchestra accompagnerà al piano la voce della cantante bergamasca Marzia Bi, al secolo Marzia Beretta, che è appunto di Treviglio. Lo incontriamo ovviamente seduto al piano, in una pausa delle prove tra un brano e l’altro.

Maestro Tempera, cosa suona?

«Sono i brani che proporremo durante la serata in programma per mercoledì al Don Lisander di Milano e stiamo terminando le prove con Marzia Bi».

In cosa consiste questo suo spettacolo?

«Nel corso della serata suoneremo sia colonne sonore di film di famosi registi, da Federico Fellini a Quentin Tarantino, oltre a un omaggio a Bacharach con Marzia Bi che canterà alcune sue canzoni. Però, attenzione: lo farà in italiano. Perché tutti cantano Bacharach in inglese, mentre stavolta lo proponiamo in italiano».

Come mai?

«Perché in questo modo la gente se le ricorda meglio».

Nella sua carriera ha collaborato con nomi importanti della musica italiana: da Mina a Loredana Bertè, soprattutto Francesco Guccini. com’è cambiato negli anni il mondo della musica e della discografia?

«Sanremo con Amadeus ha cambiato parecchio lo stile dei cantanti e della musica attuale. Dopodiché è sbagliato pensare che ci siano soltanto i giovani e che si debba puntare esclusivamente su di loro. Ci sono anche cantanti, per dire, di mezza età, che possono proporre le loro canzoni. Ed ecco, per esempio, perché noi in questo spettacolo che stiamo preparando proponiamo Bacharach e Fellini: perché ogni età richiede la sua musica, come dico sempre io. Non esiste solo il giovane e il marketing che gira attorno a esso. Assolutamente no. Per questo è necessario tirare fuori, come le lumache dopo la pioggia, quelli che amano proporre altri generi musicali».

Vince Tempera a Treviglio, ecco l’intervista. Video di Fabio Conti

Rispetto a qualche anno fa, oggi è più difficile questa operazione di marketing?

«Beh, dipende: Ornella Vanoni ha recentemente dovuto fare un bis a Roma e ha 90 anni. Dunque è un passaggio facile se uno ha successo. Ma tutti i giovani attuali hanno uno o due brani di successo. Morandi ne ha più di venti e la stessa Vanoni ne ha ben oltre venti. Se collezioni tanti successi, nel corso degli anni riesci ancora a riempire i teatri, le sale e le feste di piazza. Altrimenti, se nel repertorio hai solo due canzoni, nel giro di pochi anni sei sparito».

Lei è stato diverse volte a Sanremo tra il 1969 e il 2016, anche come direttore d’orchestra. Ci tornerà anche nella prossima edizione?

«Non posso anticipare nulla fino a quando Carlo Conti non preparerà il nuovo regolamento, per capire se ci saranno limiti di età e quale tipo appunto di giovani ci saranno. Conti ha ereditato un festival proiettato verso un futuro che è molto futuro. Ed è difficile ora tornare indietro e cambiare le abitudini degli italiani».

Vince Tempera è noto anche per essere l’autore di alcune famose sigle dei cartoni animati: a volte visti un po’ come brani di serie B, eppure li conoscono tutti.

«Sì, anche perché molti quaranta-cinquantenni di oggi sono cresciuti con quella musica, che è rimasta nel cervello e nel cuore di quei bambini di allora. Che oggi sono cresciuti e sono dirigenti d’azienda, professionisti: tutta gente che da piccola aveva un televisore e ci ha visto Ufo Robot, rimanendo colpita dalla canzone. Dico sempre che quando si imparano delle cose da giovani, restano dentro di noi per sempre: questo vale anche per le sigle dei cartoni animati. Poi durante gli anni è ovvio che puoi sentire anche altre canzoni, ma quelle sono state e resteranno per sempre le basi della tua giovinezza».

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