Tante emozioni dal vivo nell’odissea di Massarini in 120 concerti

SPETTACOLI. Presentato allo Spazio Bianco il libro del giornalista musicale dedicato alle esibizioni dal 2010 al 2013. In sala con Eugenio Finardi, video e ricordi dei momenti live più intensi.

La silhouette appare nel buio. Si accendono le luci, il palco si illumina. Poi Carlo Massarini parla e il silenzio esplode. È l’inizio di un viaggio raccontato con l’entusiasmo del fan che canta e salta nella bolgia degli stadi conquistati dalle band e dai cantautori immortalati nel suo libro. Si apre così la presentazione di «Vivo dal Vivo 2010-2023», edito da Rizzoli che racconta, grazie allo sguardo speciale dell’autore attraverso le fotografie, 120 concerti vissuti al massimo. Tredici anni di emozioni, storie, sguardi, persone e personaggi. E musica. Tanta musica.

Metropoli, stadi e chitarre

La serata del 2 febbraio allo Spazio Bianco Lab80 Daste, ha offerto forti vibrazioni musicali, tradotte in immagini e parole da Massarini, un volto noto nel mondo delle sette note: giornalista, conduttore radiofonico e pioniere dei videoclip in Italia. Presentato da Alberto Lanfranchi di «Noi & Springsteen», Massarini ha condotto per mano il pubblico verso metropoli americane e stadi british in una giostra di istantanee suggestive dove sudore, chitarre e lacrime esaltano il «momento», la catarsi dell’artista che si dona ai fan. «La musica si evolve e non ci sono più confini - dice Massarini - Artisti di ogni nazione e cultura si intrecciano e danno vita a musica meticcia. Oggi più che mai nella musica tutto è ancora possibile» Poi arriva Eugenio Finardi, chitarra e sgabello, forse un po’ più grigio di quando accoglieva extraterrestri sulla Terra ma tutt’altro che domo. Infatti lo dimostra subito abbozzando l’Halleluja suonata da Leonard Cohen in uno dei suoi ultimi concerti.

Dove sono i nuovi «giganti»?

Platea in silenzio e persino Massarini in contemplazione fino al primo dei tanti applausi spontanei in sala. Si parla del libro, tuttavia la sensazione è di essere in prima fila durante un concerto emozionante, intimo eppure coinvolgente quanto San Siro, dove si è esibito anche Vasco Rossi ( che firma la prefazione ed è presente in una delle foto-testimonianze nel libro). Blues, rock, indie pop e jazz, passando per la musica elettronica e quella africana. E poi sonorità folk, la nostra musica leggera che smuove corpi e cervello da Battiato a Zucchero, Nina Zilli e Jova. E poi ancora riff da brividi, Finardi che ruba la scena a Keith Richards con un pezzo unplugged e ancora Massarini che ammette: «Li racconto come li ho vissuti e li ho visti». C’è spazio per qualche domanda: ma nel 2024 ci sono ancora giganti della musica? Massarini è certo: «Alcuni ci sono ancora per fortuna, altri stanno crescendo. Tanti purtroppo ci stanno lasciando. Tuttavia rimane la loro eredità». La musica è anche questo, in fondo. Un lascito, capace non solo di attraversare tempo e spazio, ma infrangere il muro di ogni silenzio con la forza dell’emozione.

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