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Sull’autostrada un viaggio... nel tempo. Dal 1927 Bergamo e Milano più «vicine»

ACCADDE DAVVERO A BERGAMO. L’inaugurazione ufficiale del collegamento avvenne il 28 ottobre 1927. Arrivarono giornalisti da una trentina di testate, un cronista svizzero scrisse: «Ah, i bergamaschi! Poche parole e molti fatti. Questa autostrada è l’ennesima conferma».

Pronti, via. Si viaggia sull’autostrada Bergamo-Milano, il primo tratto della A4, realizzato dai bergamaschi negli anni Venti con la «Società Bergamasca Autovie». Il primo colpo di piccone fu dato il 28 giugno 1925 e l’inaugurazione ufficiale avvenne il 28 ottobre 1927. Qualche giorno prima del taglio del nastro la nuova arteria era stata percorsa da una colonna d’auto con a bordo giornalisti di una trentina di testate, provenienti anche dall’estero, in particolare dalla Svizzera.

«Poche parole e molti fatti»

Scrisse Hermann Schutz sulla Neue Zürcher Zeitung: «Ah, i bergamaschi! Poche parole e molti fatti. E questa autostrada è l’ennesima conferma. Un’autostrada di 48 chilometri che in poco più di venti mesi ha dato lavoro quasi costantemente a duemila operai di dodici imprese e ha richiesto lo spostamento di un milione e centomila metri cubi di terra; sono stati creati dieci attraversamenti su strade nazionali e provinciali, sei sopra ferrovie, 53 sopra strade comunali, venti i manufatti per torrenti e canali, più il lancio ardito di due ponti sull’Adda (a 40 metri dal letto del fiume, una vera opera d’arte) e sul Brembo». In una nota diffusa ai giornali dopo l’inaugurazione si leggeva che la nuova autostrada «è lunga esattamente 48 chilometri e 868 metri» e che «per il fondo stradale sono stati utilizzati 95 mila metri cubi di ghiaia, pari al carico di 7.350 vagoni ferroviari».

L’Eco di Bergamo raccontò così l’inaugurazione: «All’altezza del casello-capolinea la strada è sbarrata da un estremo all’altro dal tradizionale nastro tricolore. Adagiata sullo sfondo terso del cielo, Bergamo sfolgora in tutta la sua magnificenza, mentre il campanone rincalza ed accenna i suoi rintocchi che fanno da contrabbasso». Il nastro fu tagliato «dopo una serie di vibranti discorsi, al centro l’intraprendenza dei bergamaschi».

Le distanze si accorciano

Vista dall’alto l’autostrada sembrava più un sentiero nel deserto - niente caselli intermedi, nessuna stazione di servizio - ma per quei tempi era una meraviglia. Qualche giorno prima dell’inaugurazione, Umberto Ronchi su L’Eco aveva scritto: «Sembra incredibile, ma fra poco, cari bergamaschi, potrete prendere il caffè al mattino comodamente seduti in galleria a Milano, al «Campari»; rientrare a Bergamo prima di mezzogiorno e ripresentarvi in galleria, al “Biffi”, per il thé del pomeriggio. Poi cena a Bergamo e teatro a Milano. E tutto ciò per merito di chi? Dell’autostrada!». E sembrava incredibile anche che si potesse andare da Bergamo a Milano (e viceversa) in pullman di superlinea, ogni ora e in meno di un’ora.

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«Accadde Davvero a Bergamo» è il nuovo dossier de L’Eco di Bergamo che racconta le storie curiose del passato del nostro territorio. L’ultima puntata della rubrica sarà il 9 dicembre. A questa rubrica è collegato il gioco de L’Eco con la possibilità di vincere buoni spesa.

Un viaggio attraverso le storie curiose del passato di Bergamo, un percorso alla scoperta di grandi personaggi, invenzioni, cronache, spettacoli e imprese sportive: dieci puntate, due volte a settimana nel mese di novembre e una volta a settimana nelle prime due di dicembre, tutte da leggere e da gustare con un pizzico di attenzione in più del solito. A partire da venerdì 13 dicembre i lettori dovranno rispondere complessivamente a sette domande legate ai contenuti degli articoli.

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