Stefano Accorsi alla maratona di Milano per la Fondazione Pietro Gamba

L’EVENTO. Un legame speciale quello che unisce uno dei più amati attori italiani Stefano Accorsi con Pietro Gamba, medico bergamasco, da 40 anni in Bolivia dove ha fondato un ospedale nella campagna di Anzaldo, nel dipartimento di Cochabamba.

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Tutto nasce da una cena di beneficenza che ha coinvolto numerosi attori e nel 2011 con la realizzazione per Sky di un documentario insieme al giornalista Riccardo Romani. Accorsi racconta di quel viaggio che lo ha condotto nel cuore della Bolivia tra i campesinos.

Come è stato l’incontro con Pietro Gamba e la sua opera?

«È stata una esperienza incredibile perché mi sono reso conto della grande fatica di Pietro nel portare in quella terra la medicina. I contadini erano molto diffidenti, erano abituati al guaritore locale e quindi un medico, per giunta straniero, non era ben visto. Quando hanno cominciato a comprendere che di certe malattie non si moriva più e che quel camice bianco era lì per loro e poteva davvero guarirli da virus e infezioni, hanno iniziato ad avere fiducia in lui. È diventato un punto di riferimento fondamentale. La vita di questa gente è cambiata grazie a Pietro Gamba».

Cosa l’ha colpita della storia di questo medico bergamasco?

«La sua è una vita straordinaria. Pietro è andato in Sud America per fare il servizio civile. Un’esperienza che doveva durare un anno. A un certo punto si è reso conto che non era così importante il suo apporto come bracciante, ma in quel posto sperduto tra i più poveri c’erano bisogni ben più grandi. È stato testimone di una pandemia di morbillo e davanti ai suoi occhi ha visto bambini - che vivevano lontani chilometri dal presidio sanitario più vicino – morire senza aver ricevuto cure adeguate. In quel momento Pietro, si è ripromesso di tornare in Italia, laurearsi in medicina, prendere una specializzazione in chirurgia e tornare ad Anzaldo per costruire un ospedale. Ecco cosa mi ha colpito della sua storia: non si è fermato alle parole, il suo proposito è diventato realtà. Ha lasciato l’Italia, la sua Bergamo e ha costruito mattone dopo mattone la sua nuova vita in Bolivia. Si è sposato con Margarita Torrez, dottoressa biochimica di origine boliviana e ha avuto quattro figlie. La prima, Silvia, è anatomopatologa e vive in Spagna; spetterà a lei continuare l’opera del padre e della Fondazione a lui intitolata. Insomma, Pietro ha creato davvero qualcosa di meraviglioso che necessita però di costante sostentamento».

Ecco perché da quell’incontro lei continua a dare una mano a Pietro Gamba e alla sua Fondazione. Dagli spot del Cinque per mille, alle presentazioni di eventi e libri. Domenica sarà a Milano per la Maratona nel corso della quale saranno raccolti fondi per l’associazione che opera tra i campesinos.

«Sì, domenica io sarò a Milano con Pietro per sostenerlo, perché c’è sempre bisogno di fondi. Ultimamente ci sono state piogge violente che hanno creato infiltrazioni d’acqua nel tetto dell’ospedale e quindi c’è bisogno di soldi per fare le riparazioni. Pietro non è una persona di tante parole, quando chiede un aiuto è perché la situazione è tale da dover intervenire con urgenza. Mi ha chiamato e io volentieri ho risposto. Lui è un uomo positivo e ha una grande forza d’animo. Devo dire che queste sono le caratteristiche che mi colpiscono ogni volta che ho occasione di incontrarlo. Quindi faccio un appello: ci vediamo domenica a Milano e ringrazio tantissimo chi potrà donare, anche poco, per sostenere questa grande opera. L’importante che siamo in tanti a farlo e credo sia un bellissimo modo di portare l’italianità nel mondo».

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