Sfide, inciampi, inquietudini: storia di «Qualcuno di noi»

LA RECENSIONE. Pietro Grossi è sicuramente tra i migliori esordienti che si sono imposti sulla scena letteraria italiana a partire dagli anni Duemila.

Il suo primo libro risale proprio al 2000 con «Touché» (Pagliai Polistampa), un breve romanzo di formazione, la storia di quattro amici un po’ bohémien tra ingenuità ed eccessi, ma è con «Pugni» (Sellerio) che si rivela pienamente al grande pubblico e lo fa con una raccolta di tre racconti, sempre legati ad un forma in qualche modo autobiografica. Ora - dopo sei anni di silenzio - Pietro Grossi ritorna in libreria con «Qualcuno di noi» (Mondadori), un romanzo importante e generoso, raffinato ed ellittico in cui una qualità letterario linguistica raffinata si unisce a una narrazione che esplode pienamente nell’autobiografia, ma che si guarda bene e con cura dal sovrapporsi all’autofiction. Grossi è pura letteratura, e la trama del suo romanzo vive esattamente nella forza di una narrazione puntuale e affilata.

La trama

Ambizioso e teso come una fune sospesa nel vuoto «Qualcuno di noi» è la storia di un’infanzia e di una formazione in forma pura e precisissima di romanzo. Un testo vivido e curioso, delicato, ma al tempo stesso feroce. Impossibile restare immuni dalla forza coinvolgente di una narrazione esatta, ma capace di dare corpo agli inciampi inevitabili della vita e del suo trascorrere. Lo sguardo è totalmente interno, l’Io s’impone con la forza icastica di un’irriducibilità vitale. Un romanzo d’avventura che vive e prende corpo nel terzo millennio e che riesce a coinvolgere il lettore partendo dagli agi di un’infanzia alto borghese fino alle pericolose derive dell’adolescenza dove tutto è possibile, in particolare fronteggiare un pericolo tanto invisibile quanto palpabile. L’esterno argina l’Io, ma al tempo stesso lo svela, una rincorsa e una fuga, uscire da sé per scoprire se stesso, imporre sé per fuggirsi un’altra volta. Agenti esterni che plasmano e formano, definiscono e acuiscono qualità e difetti in equilibrio costante, passo dopo passo. Storia di un predestinato alla vita e alle sue inevitabili inquietudini, un gioco d’azzardo che scorre rapido, pagina dopo pagina sotto gli occhi del lettore con una carica emotiva mai scontata. Andata e ritorno sono il movimento obbligato e necessario che rende cadenzato «Qualcuno di noi», quella parte di un tutto non più ricopribile, ma esatto, preciso e soprattutto ormai inevitabilmente riconoscibile. Pietro Grossi firma il suo romanzo migliore recuperando una freschezza giovanile in un tempo maturo.

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