Sanremo, in 12,6 milioni per la prima serata: tanta musica, Papa Francesco e il messaggio di pace, Jovanotti che scatena l’Ariston

IL COMMENTO. Carlo Conti mette al centro la musica con una scaletta dai tempi serrati. Ci vuole Jovanotti per scatenare il pubblico dell’Ariston. Papa Francesco, il videomessaggio per la pace. La prima serata del Festival chiude con il 65,3% di share.

«La musica è bellezza, la musica è strumento di pace. È una lingua che tutti i popoli, in diversi modi, parlano e raggiunge il cuore di tutti. La musica può aiutare la convivenza dei popoli». In una frase uno scacco matto a chi pensava a un Sanremo 2025 in tono minore, ingessato e un po’ penitente. E invece no. Già alla prima serata di martedì 11 febbraio è stato messo a segno un evento nel senso proprio del termine. Un videomessaggio con l’augurio di Papa Francesco ha aperto l’esibizione congiunta di una cantante israeliana, Noa, e una palestinese, Mira Awad, interpreti di un classico inno internazionale del pacifismo come «Imagine» di John Lennon.

La sorpresa di Papa Francesco

Una sorpresa per il pubblico e forse anche per gli stessi artisti. Parole che hanno portato su un altro livello una competizione canora che fino a quel momento sembrava muoversi come su una corda tesa. Carlo Conti, conduttore padrone di casa, appariva piuttosto teso, preso da un’insolita ansia di far scorrere le esibizioni in rapidità più che in scioltezza. Per quanto smentita, l’ombra del confronto con le edizioni precedenti targate Amadeus/Fiorello pareva ben presente e per nulla attenuata dalla sfarzosa scenografia.

Il Festival, la misura dei tempi

Sanremo 2025, alias Conti quater è stato bollato prima della partenza come il festival della restaurazione. Non perché prima il palco dell’Ariston fosse un covo di rivoluzionari. Difficile vedere un Amadeus nei panni di un barricadero. Piuttosto perché nei primi anni ’20 del secolo eventi socio-politici epocali hanno rivoluzionato parecchio lo «stagno» dell’intrattenimento classico che contiene Sanremo. Dalle guerre alla pandemia, dallo sgretolamento dei media tradizionali all’arrembaggio dei social come trampolini di personaggi dai toni sempre più aggressivi. In questo lustro turbolento il festival si è dovuto misurare con il nuovo che avanza.

Parola alla musica

La soluzione dell’ex direttore artistico Amadeus è consistita nell’aprire le porte dell’Ariston e far sentire cosa si suonava fuori. Rap nostrano, trap delle periferie e poi quel mondo della musica napoletana che viaggia spesso per frequenze tutte sue. Dopo la carrellata di ieri, la linea di Conti è stata esplicitata con chiarezza: la parola alla musica. Pochi fronzoli attorno, largo agli artisti, alle loro interpretazioni, ai vestiti, alle pose e alle letture dei loro testi e alle relative interpretazioni. Gli artisti hanno colto il clima mutato: gli sguardi più che sul pubblico dell’Ariston sembravano rivolti ai monitor che rimandavano la loro immagine. Oltre alla solita ansia del palco, si percepiva una spasmodica attenzione nel rendere la performance impeccabile, a ricalcare un modello ben definito a tavolino più che a godersi il momento.

Jovanotti porta ritmo

A sciogliere l’atmosfera è stata la ventata carnevalesca di Jovanotti, carica di ritmo, entusiasmo e «pensiero positivo», con il contributo del campione Gianmarco Tamberi e il ricordo affettuoso di Sammy Basso. Tamburi, canti in coro e danze indiane hanno riportato colore e gioia nel teatro sanremese. E soprattutto in un pubblico leggermente intimorito dalla seriosità delle rappresentazioni dei concorrenti.

È bastato un Jovanotti in cordiale semplicità per ribadire la centralità del divertimento nel rispetto della passione per la musica. Un Jovanotti pieno di complimenti per i partecipanti e sinceramente emozionato per il ritorno all’Ariston, che non ha nemmeno nascosto la sua vicinanza ad un Conti, innegabilmente pressato (e nel finale anche un po’ appannato) per l’esito della manifestazione.

La cinquina della stampa

In chiusura di serata la cinquina della stampa ha indicato: Achille Lauro, Giorgia, Simone Cristicchi, Lucio Corsi e Brunori Sas. Una rosa di favoriti che premia la ricerca del contenuto e l’intensità dell’interpretazione. Difficile che una selezione così tarata sulla qualità rimanga tale fino in fondo. Ma chissà, forse non è soltanto la critica di Sanremo ad avvertire la necessità di una musica per tempi nuovi.

Per Conti 12,6 milioni di spettatori

Sono stati 12 milioni 600mila, pari al 65.3% di share, i telespettatori - stando alla media di total audience - che hanno seguito la prima puntata del festival di Sanremo di Carlo Conti. La total audience, che è la novità di quest’anno, calcola anche il pubblico dello small screen (che segue cioè il programma in diretta su pc, smartphone e tablet). Lo scorso anno la prima puntata del festival - in base ai dati Auditel riferiti però esclusivamente alla tv tradizionale - aveva ottenuto in media 10 milioni 561mila telespettatori pari al 65.1% di share.

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