«San Pietro mai più senza la Pietà»

VERSO IL GIUBILEO. Così disse San Paolo VI dopo che la celeberrima scultura di Michelangelo, scolpita in pochi mesi soltanto, venne ricollocata in Basilica di ritorno dall’Expo di New York nel 1964. La videro in 27 milioni.

È il capolavoro di Michelangelo. La scolpì in un solo anno tra il 1498 e il 1499, dopo essere andato a Carrara a scegliersi un concio di marmo adatto. È un’opera assoluta nella storia dell’arte, forse la più rappresentativa del Rinascimento. È l’opera di un genio visionario, un artista che sbaraglia la tradizione fin dall’inizio e scolpisce nel marmo una Madonna con il Cristo in grembo, posizione insolita, episodio di cui nei Vangeli non c’è traccia, ma che viene narrato da un agiografo bizantino del decimo secolo, Simeone Metafraste, e che ricorre nella tradizione religiosa del Nord Europa, dove nel Medioevo si era soliti raffigurare in piccole statue di legno la Madonna con in braccio Gesù morto.

Michelangelo va a Carrara, ma impiega quasi nove mesi a scegliere il pezzo di marmo adatto e a trasportarlo a Roma. Era un blocco unico di marmo bianco e blu. Il cardinale lo volle perché in vista del Giubileo del 1500 molti pellegrini francesi sarebbero venuti a Roma e lui ambasciatore di Carlo VIII presso Papa Alessandro VI voleva fare bella figura

La storia

Michelangelo ad esse si ispira dopo che a 23 anni il card. Jean Bilhères de Lagraulos, ambasciatore francese presso la corte pontificia, gli commissiona una Madonna vestita con il Cristo morto in braccio per la cappella di Santa Petronilla, la chiesa dei re di Francia addossata alla Basilica paleocristiana di San Pietro. Il contratto tra il cardinale e Michelangelo parla chiaro e prevede compenso e tempi: «Ducati 450 d’oro in termino di uno anno dal dì della principata opera». Michelangelo va a Carrara, ma impiega quasi nove mesi a scegliere il pezzo di marmo adatto e a trasportarlo a Roma. Era un blocco unico di marmo bianco e blu. Il cardinale lo volle perché in vista del Giubileo del 1500 molti pellegrini francesi sarebbero venuti a Roma e lui ambasciatore di Carlo VIII presso Papa Alessandro VI voleva fare bella figura.

Il Vasari: «Certo è un miracolo che un sasso da principio, senza forma nessuna, si sia mai ridotto a quella perfezione che la natura suol formar nella carne». E in un’altra descrizione sottolinea «il traforare il marmo» di Michelangelo dove si scorge «tutto il valore e il potere dell’arte»

Il cardinale morì poco dopo che l’opera fu terminata e venne sepolto proprio nella cappella di Santa Petronilla. La magnificenza della Pietà impressionò immediatamente per manifattura e per bellezza da far dubitare che proprio Michelangelo, un ragazzo così giovane, avesse potuto scolpirla. Le voci giravano con sempre più maldicenza e un episodio narrato dal Vasari, il più importante storico dell’arte del Rinascimento, conferma il fatto che anche Michelangelo ne fosse al corrente. Anzi proprio lui sentì due nobili lombardi davanti alla scultura dubitare della sua opera attribuendola invece ad un artista lombardo, Cristoforo Solari. Il Vasari racconta che Michelangelo si nascose in chiesa e durante la notte scolpì nella fascia che protegge il petto della Madonna le parole: «Michael.Angelus. Bonarotus. Florent. Faciebat». È l’unica opera firmata da Michelangelo.

« Vasari era stupefatto della bellezza dell’opera: «Certo è un miracolo che un sasso da principio, senza forma nessuna, si sia mai ridotto a quella perfezione che la natura suol formar nella carne». E in un’altra descrizione sottolinea «il traforare il marmo» di Michelangelo dove si scorge «tutto il valore e il potere dell’arte».

L’iter del capolavoro

Ma la Pietà non ha vita facile. Nel 1517 la cappella di Santa Petronilla viene demolita insieme alla Basilica paleocristiana di San Pietro e la Pietà viene spostata in diverse chiese. Tornerà a San Pietro solo nel 1749, proprio nella prima cappella a destra, dove si trova ancora oggi. La prima e l’ultima volta che la Pietà uscì da San Pietro fu nel 1964 quando in nave venne portata a New York per l’Expo. Fu un viaggio contrastato, raccontato proprio quest’anno in un libro («In viaggio con la Pietà») da Orazio La Rocca, pubblicato dalle Edizioni San Paolo. La richiesta venne fatta al Vaticano da John Fitzgerald Kennedy a Giovanni XXIII. Ma l’attentato di Dallas e la morte di Roncalli lasciarono la pratica sospesa, anche se era nota l’approvazione al viaggio di Giovanni XXIII. Tutto finì sul tavolo di Paolo VI.

Montini era assai riluttante, ma il potente cardinale di New York Spellman insisteva. Così la Pietà partì in camion verso Napoli, 12 ore di strada a 25 km all’ora e poi 8 giorni di navigazione travagliata sull’Atlantico tra l’apprensione di tutti in una cassa galleggiante, in modo che in caso di affondamento della nave non sarebbe andata perduta, collocata sul ponte, guardata a vista e assicurata per 26 milioni di dollari, una cifra pazzesca per l’epoca. La Pietà rimase in America fino all’ottobre 1965 e venne visitata da 27 milioni di persone, tra cui lo stesso Paolo VI il 4 ottobre 1965 nel corso dello storico viaggio alle Nazioni Unite.

Durante l’esposizione la Pietà venne fotografata da Robert Hupka, un tecnico del suono che aveva curato la base musicale dell’evento. Fece dapprima qualche scatto, ma poi raccontò di essere stato folgorato dalla bellezza di Michelangelo e scattò oltre 5 mila fotografie che restano nella storia. Quando tornò in Vaticano Paolo VI osservò che la «Basilica sembrava affranta senza la Pietà» e promise che «non l’avrebbe più abbandonata».

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