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Giovedì 02 Marzo 2023
Politecnico delle Arti, concerto inaugurale il 6 marzo: «Superare i confini tra classica e pop-rock»
Due feste. Presentato il concerto di lunedì 6 marzo al Teatro Donizetti, che mischierà Beethoven e Richard Strauss con Arvo Pärt e altri autori recenti.
Un sapore del tutto inedito caratterizza l’inaugurazione del neonato Politecnico delle Arti, lunedì 6 marzo (alle 20.30) al Teatro Donizetti. E non poteva essere diversamente. «Stiamo costruendo qualcosa che ancora nessuno ha costruito, è vera avanguardia, vediamo cosa combineremo» chiosa il direttore del’Accademia di Belle Arti «Giacomo Carrara» Francesco Pedrini, nonché vicedirettore del Politecnico delle Arti.
Che questo sia qualcosa di più della somma di Conservatorio e Accademia Carrara non solo è negli intenti dei due partner istituzionali, ma lo dimostrano i due/tre appuntamenti dell’inaugurazione di questo nuovissimo anno accademico «punto zero». Assieme a Beethoven e Richard Strauss in programma ci saranno musiche di Bettinelli, Taverner, Pärt; e a seguire una serata dedicata alla musica realizzata dai dipartimenti di Pop-rock invitati a tutti gli effetti alla festa accademica inaugurale. Se non è rivoluzione questa, poco ci manca.
Emanuele Beschi, direttore del Politecnico e direttore del Conservatorio Donizetti, spiega che questa è una scelta voluta e precisa. Non solo una serata «classica» e una pop-rock, ma una articolazione pensata all’interno di entrambe. La serata al Teatro Donizetti se da un lato vedrà protagonista l’Orchestra del Conservatorio diretta dalla solida bacchetta (confermata) di Roberto Frattini, dall’altra apre uno spaccato sulla coralità del XX secolo e sulla musica contemporanea a dir poco spiazzante.
Frattini e la sua orchestra concluderanno la serata mettendo in vetrina due giovanissimi talenti, il pianista Daniele Martinelli, con il Concerto n. 1 op. 15 di Beethoven, e il cornista Federico Maffeis alle prese con l’impervio Concerto n. 1 op. 11 di Richard Strauss. Sia Maffeis che Martinelli hanno sbaragliato la concorrenza dei colleghi studenti di tutti i conservatori italiani e si sono aggiudicati il Premio Nazionale delle arti nelle rispettive categorie, ossia corno e pianoforte.
Non di meno, la prima parte della serata con il Coro «a cappella» del Conservatorio diretto da Cristian Gentilini, come accennato, propone uno scarto netto con la «classicità» come intesa di consuetudine: un programma con pagine come il «Solfeggio» di Pärt, il mistico «The Lamb» del britannico Taverner, «To be song on the water» di Barber: insomma, una finestra sull’attualità affidata al coro «a cappella», tra i più toccanti «strumenti» a disposizione dell’uomo.
Prima del concerto (alle 19) nel Ridotto del Teatro Donizetti sarà allestita una mostra collettiva degli studenti dell’Accademia Carrara; poi un montaggio di immagini a cura di Marcella Vanzo «Lasciare traccia, Donizetti», sempre della Carrara, con combinazioni ad hoc di suoni e immagini (una performance seguita dal docente di Sound-design Riccardo Benassi) per contribuire alla «festa» di inaugurazione, con la pianista Aurora Avveduto.
Ma la festa proseguirà poi e si completerà il 10 marzo (alle 20.30) allo Spazio Polaresco con una performance delle classi del dipartimento Pop-Rock. In quell’occasione verranno premiati con attestato alla carriera Roby Facchinetti e due grandi star della Pfm, Patrick Djivas, bassista e compositore francese - presente ieri alla presentazione - nonché fondatore degli Area, e Franz Di Cioccio (che si è collegato dal Kenya), batterista e cantante noto per essere uno dei fondatori e leader della Pfm.
«Il dipartimento è giovane - ha chiarito il direttore Emanuele Beschi - ma in pochi anni, ha avuto una risposta di studenti strepitosa. E Bergamo si sta distinguendo con la qualità dei docenti, selezionati per titoli ed esami: abbiamo grandissimi insegnanti». Tra questi Chicco Gussoni, docente di musica d’insieme pop-rock (anche se oboista di formazione classica), che lavora sull’analisi del repertorio dagli anni ’60 a oggi. I gruppi in evidenza saranno una cinquina, con diversi brani da eseguire ciascuno, svariando dai Beatles a James Taylor, dai Depeche Mode agli Aerosmith, dai Sex pistols ai Machine Head.
Tra i docenti anche il noto conduttore bergamasco Bruno Santori che ha sottolineato la sua visione della musica: «Non ho mai scisso musica classica, pop, folk o rap, e vorrei che i giovani non vivessero questa dicotomia. Con la Pfm al Festival di Sanremo guidato da Paolo Bonolis nel 2009 ho messo assieme Requiem Mozart e Pink Floyd. Non vorrei che questo dipartimento nei conservatori, dividendo pop specializzato e classica, invece aumentasse la divaricazione». Anche secondo Patric Djivas musica rock e classica «devono essere insieme perché hanno bisogno una dell’altra».
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